JBS afferma di aver pagato $ 11 milioni di riscatto per un attacco hacker alle operazioni statunitensi | Tecnica

Giornale Siracusa ECONOMIA

JBS ha dichiarato in una dichiarazione che la decisione di pagare il riscatto è stata presa dopo aver consultato esperti di sicurezza digitale.

un JBS è stato l’obiettivo di un attacco di hacker nelle sue unità negli Stati Uniti, Canada e Australia, che è stato temporaneamente chiuso.

L’invasione è sotto inchiesta dalla scorsa settimana da parte dell’FBI (polizia federale degli Stati Uniti).

“È stata una decisione difficile per la nostra azienda e per me personalmente”, ha affermato Andre Nogueira, CEO di JBS USA. (Giornale Siracusa)

La notizia riportata su altri media

“È stata una decisione molto difficile da prendere per la nostra società e per me personalmente”, ha detto Andre Nogueira, ceo di Jbs Usa. Jbs precisa che la maggior parte delle sue strutture erano operative nel momento in cui ha effettuato il pagamento. (Cronachedi.it - Il quotidiano online di informazione indipendente)

Negli Stati Uniti l'intenzione è quella di prendere molto sul serio attacchi di questo tipo, equiparandoli a quelli di matrice terrorista: è la volontà manifestata dal Dipartimento della Giustizia a stelle e strisce Il colosso della carne ha JBS pagato la somma chiesta. (Punto Informatico)

- WASHINGTON, 10 GIU - La filiale americana del colosso brasiliano Jbs, il maggior fornitore di carne al mondo, ha pagato 11 milioni di dollari di riscatto (in bitcoin) ad una gang di hacker russi dopo aver subito un cyberattacco. (La Nuova Sardegna)

A pagamento avvenuto, però, l’FBI è poi intervenuta recuperando 2,3 milioni di dollari su 4,4 milioni totali “Il pagamento del riscatto è avvenuto dopo che quasi tutti gli impianti erano stati riavviati”, ha affermato Nogueira. (Key4biz.it)

Il pagamento è stato effettuato dopo che la maggior parte degli impianti è ritornata in funzione, ha aggiunto Nogueira. L'azienda ha immediatamente informato l'FBI e ha proceduto a mettere offline parte dei sistemi dell'azienda, per rallentare l'avanzata degli hacker. (Ticinonline)

Tra i suoi precedenti affiliati Darkside, il gruppo accusato dell'hackeraggio a Colonial Pipeline, il più grande oleodotto Usa. Lo ha reso noto al Wall Street Journal il chief executive della filiale, Andre Nogueira. (L'Unione Sarda.it)