Zuckerberg inarrestabile: chiude il programma di diversità e inclusione e attacca Biden (sul Covid). Lo choc dei dipendenti: «È folle»

Zuckerberg inarrestabile: chiude il programma di diversità e inclusione e attacca Biden (sul Covid). Lo choc dei dipendenti: «È folle»
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Corriere della Sera ECONOMIA

Zuckump. Continua la metamorfosi di Zuckerberg e Meta in vista dell'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. «Uno sprint serrato di sei settimane, che ha colto di sorpresa persino i dipendenti» dell'azienda, scrive il New York Times. Dopo l'eliminazione del fact-checking nei soli Stati Uniti, che ha un forte valore politico e simbolico, e la più impattante modifica della moderazione dei contenuti su Facebook e Instagram, che verrà introdotta a partire dalle prossime settimane in tutto il mondo, il colosso di Menlo Park ha comunicato ai suoi dipendenti l'interruzione immediata dei principali programmi di diversità, equità e inclusione (Dei). (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Proviamo a seguire i soldi per capire quali potranno essere gli effetti delle nuove politiche di Mark Zuckerberg, tra ritorno alle origini e neo filo-trumpismo. Innanzitutto le azioni: dal discorso incendiario e dagli annunci di martedì 7 gennaio, quando ha detto che eliminerà il fact-checking negli Usa e modificherà la moderazione dei contenuti in tutto il mondo, hanno perso poco e niente. (Corriere della Sera)

Mark Zuckerberg, co-fondatore e amministratore delegato di Meta, che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, ha invitato la nuova amministrazione del presidente statunitense Donald Trump a intervenire contro le rigide politiche antitrust dell’Unione Europea, che negli ultimi vent’anni hanno imposto alle aziende tecnologiche americane multe per oltre 30 miliardi di dollari. (DDay.it)

Se c’è una cosa che Mark Zuckerberg non ama, è l’idea che qualcuno possa interferire con il dominio incontrastato delle Big Tech. E l’Unione Europea, con le sue leggi antitrust e le sue multe miliardarie, è diventata il nemico pubblico numero uno del CEO di Meta, la holding che controlla Facebook, Instagram, WhatsApp e molto altro. (Notizie Geopolitiche)

Via il fact-checking dai social: sarà l’apoteosi delle fake news?

In un articolo pubblicato sul Corriere della sera l’8 gennaio, il professor Walter Quattrociocchi ha sostenuto che «il fact-checking non funziona» e che «la comunità scientifica lo aveva già dimostrato». (Corriere della Sera)

Meta ha confermato che il termine del programma di fact-checking di terze parti su Facebook, Instagram e Threads avverrà per ora solo negli Stati Uniti: l'informazione emerge da un comunicato che la società ha inviato il 13 gennaio al governo brasiliano in risposta ad una richiesta di chiarimento da parte dell'Avvocatura Generale dell'Unione brasiliana. (HWfiles)

Su Meta non sarà più attivo il sistema che controlla la veridicità delle notizie, dando il "via libera" alle bugie su internet. Enrico Lucci è andato a chiedere a diversi vip quali castronerie diranno sui social. (Striscia la notizia)