Terremoto in Afghanistan, si continua a scavare a mano alla ricerca dei sopravvissuti

Corriere TV ESTERI

Proseguono in Afghanistan le operazioni di soccorso, condotte a mano, dopo il potente terremoto che ha distrutto i villaggi dell'est, uccidendo almeno mille persone.

La reale dimensione dei danni nei remoti villaggi delle montagne è difficile da stimare, mentre trasporti e comunicazioni sono difficoltosi, peggiorati dalle recenti frane legate alle piogge

Le autorità ritengono che il bilancio delle vittime potrebbe aumentare, mentre i feriti sono circa 1.500, secondo le agenzie di stampa statali. (Corriere TV)

La notizia riportata su altri giornali

Le condizioni impervie dell'area colpita e le difficoltà strutturali ed economiche del Paese rendono le operazioni assai complesse. Il bilancio delle vittime del sisma che ha colpito il sud è in salita e difficile da definire, ormai siamo a 1.150 persone. (Vatican News - Italiano)

Nel settore dei servizi idrici e igienici, la risposta prevede la fornitura di sapone e prodotti per il trattamento dell'acqua per mitigare l'aumento del rischio di un'epidemia di diarrea acquosa acuta/colera. (UNICEF Italia)

Chi è rimasto sul posto, invece, deve fronteggiare anche la coda dello sciame sismico: si tratta di scosse leggere rispetto a quella devastante di mercoledì notte, ma che contribuiscono a spaventare ulteriormente la popolazione (LifeGate)

(askanews) - Situazione sempre drammatica in Afghanistan dopo la scossa sismica che il 22 giugno ha colpito la provincia orientale di Paktika. (Tiscali Notizie)

E' di almeno cinque morti il bilancio delle vittime di una nuova scossa di terremoto oggi in Afghanistan, che stamani ha fatto ancora tremare la provincia di Paktika, dopo il sisma devastante che nella notte tra martedì e mercoledì scorsi ha fatto più di mille morti nel Paese, dallo scorso agosto di nuovo in mano ai Talebani. (Adnkronos)

Più che ai morti però penso ai vivi, a chi è intrappolato tra le macerie e grida e urla, ma niente, nessuno risponde. Troppo dolore emana, nel silenzio, da quel punto dell'Asia (Avvenire)