Missili russi su Sumy durante la messa: 35 morti, la strage nella Domenica delle Palme

Missili russi su Sumy durante la messa: 35 morti, la strage nella Domenica delle Palme
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ESTERI

Un video in diretta, trasmesso durante una funzione religiosa a Sumy, ha catturato l’istante in cui due missili Iskander hanno colpito la città ucraina, trasformando un momento di preghiera in una scena di caos. Le esplosioni, ravvicinate e calcolate, hanno scosso l’edificio sacro, seminando panico tra i fedeli radunati per la Domenica delle Palme, tradizionalmente uno dei giorni più partecipati dell’anno. Il bilancio, ancora non definitivo, parla di 35 vittime e 117 feriti, numeri destinati a salire considerando la gravità dei danni.

La dinamica dell’attacco, con un intervallo di due minuti tra il primo e il secondo missile, suggerisce una strategia precisa: colpire prima il centro urbano, poi aspettare che soccorritori e curiosi accorrano, per massimizzare il numero di morti. Una tattica già documentata in altri teatri di guerra, che esclude l’ipotesi di un “errore” e anzi, secondo analisti come Marco Di Liddo del Cesi, rientra in una logica di pressione politica. Putin, consapevole della crescente impazienza di Trump verso il conflitto e dei tentativi europei di mediare, avrebbe voluto lanciare un segnale inequivocabile: la guerra non è finita, e Mosca detiene ancora l’iniziativa militare.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Zelensky, in un’intervista a 60 Minutes, ha accusato indirettamente chi, come il vicepresidente americano J.D. Vance, cerca di “comprendere” le motivazioni russe, rischiando di legittimarne l’aggressione. Vance ha respinto le critiche definendole “assurde”, ribadendo la condanna dell’invasione ma insistendo sulla necessità di una “consapevolezza strategica” per trovare una soluzione. Intanto, il Cremlino continua a negare qualsiasi intenzionalità negli attacchi contro civili, nonostante le prove emerse in decine di casi analoghi.