Stellantis: i lavoratori rischiano dopo che l’azienda ha rimborsato Intesa San Paolo

ClubAlfa.it ECONOMIA

Con la restituzione anticipata del prestito Stellantis non deve mantenere più nulla di quanto a suo tempo si impegnò a fare Fiat Chrysler Automobiles.

Stellantis salda il debito, addio vincoli con lo Stato. Stellantis restituisce un vecchio debito di FCA con Intesa San Paolo e con garanzia Sace, cioè statale.

Garanzia statale con una condizionalità relativa alla promessa di non licenziare lavoratori

Nel frattempo, un vecchio prestito (era marzo 2020) di FCA Italy con Intesa San Paolo viene rimborsato. (ClubAlfa.it)

La notizia riportata su altre testate

Si tratta certamente di qualcosa che cambia molto nel mercato delle autovetture. Stando a quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, Stellantis rimborserà la linea di credito da 6,3 miliardi, con garanzia pubblica all’80% di Sace. (QuattroMania)

La linea di credito, stipulata a giugno 2020, è stata strutturata per supportare la ripartenza e la trasformazione del settore automobilistico italiano dopo l'epidemia di COVID-19 fornendo liquidità alle attività della società in Italia e ai suoi fornitori italiani. (ilBianconero)

Il gruppo nato proprio dalla fusione tra Fiat Chrysler e PSA ha infatti ribadito che la linea di credito da 6,3 miliardi aperta con Intesa Sanpaolo sarà restituita in anticipo rispetto ai tempi stabiliti. (FormulaPassion.it)

Stellantis ha rimborsato in anticipo la linea di credito da 6,3 miliardi di euro aperta con Intesa Sanpaolo e garantita per l'80% da Sace nell'ambito delle misure governative per le imprese colpite dall'impatto del Covid-19. (Milano Finanza)

La linea di credito è stata utilizzata dalla Stellantis nel pieno della pandemia per saldare gli stipendi dei lavoratori, i fornitori e gli investimenti programmati nelle strutture solamente su suolo italiano. (AlVolante)

A fronte della garanzia pubblica, che portava con sé condizioni particolarmente favorevoli, Fca si era impegnata ad usare le risorse per pagare fornitori e personale degli stabilimenti italiani e “gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali”. (Il Fatto Quotidiano)