Vincitori e vinti del patto fra Letta e Calenda

la Repubblica INTERNO

Al primo sguardo, il vincitore numero uno è Enrico Letta.

È riuscito a mettere in piedi la sua coalizione

Ogni dettaglio può significare qualcosa, ma anche il suo opposto.

Il giorno dopo tutti si domandano chi ha vinto e chi ha perso nella lunga trattativa.

Mai come stavolta la verità è sfuggente.

(la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La demonizzazione dell’avversario, inclusa la tentazione di tornare sul mito del fronte antifascista, diventa pregiudizievole se si radicalizza. Si tratta infatti di un classico confronto fra il riformismo e il massimalismo, che sono due anime sempre presenti in quel campo. (ilmessaggero.it)

È una sorta di riflesso condizionato che scatta sempre per difendere la propria natura e quindi i propri voti. Per superarlo serve tempo. (la Repubblica)

In meno di quindici parole, ecco a che punto è la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche previste per il 25 settembre. E che solo il suicidio del centro sinistra, uno dei peggiori che si siano mai visti, sta rendendo possibile (Fanpage.it)

Non è una sorpresa: in trent’anni di collaborazione, i tre partiti hanno sempre saputo mettere temporaneamente da parte le divisioni, le contraddizioni, le contrapposizioni personalistiche per concentrarsi sulla campagna elettorale e il risultato da raggiungere con il voto. (L'Eco di Bergamo)

Considero surreale questa narrazione della rottura, se sarà confermata in queste ore, tra Calenda e il Pd. Per 30 anni c’è stato uno slittamento che noi vediamo a monte e non a valle. (Tempi.it)

E non può ancora presentare un programma elettorale perché Letta ha tante gatte da pelare nel suo ex “campo largo”. La sinistra dichiara che avrebbe proseguito volentieri la stagione della solidarietà nazionale con la guida di Draghi, ma nei fatti sta trasformando la campagna elettorale in una rissa, sia al suo interno sia nei confronti del centrodestra. (La Nuova Bussola Quotidiana)