Covid, i rischi per i bambini che hanno un tumore. Chi e quando vaccinare

La Repubblica SALUTE

La vaccinazione anti-Covid va eseguita, per esempio, quando il paziente è stabile dal punto di vista clinico, non ha febbre o non sta seguendo terapie steroidee

Questo è, in sintesi, quanto riporta il nuovo Documento di Consensus elaborato dal Gruppo di Lavoro Infezioni e Terapie di Supporto della società scientifica.

Ma con l’avanzata della variante omicron la situazione potrebbe cambiare e, sostengono gli esperti, bisogna fare il possibile per tutelare i piccoli pazienti. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

Vacciniamoci o facciamo il richiamo. Continuiamo anche a mantenere comportamenti prudenti e a rispettare le regole”. (LaPresse)

col/sat/red È quanto emerge dal documento di Consensus elaborato dal Gruppo di Lavoro Infezioni e Terapie di Supporto dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica. (L'Ecodelsud.it)

Alla luce del rischio individuale e dell’emergenza di varianti del virus – vedi Omicron – a elevata contagiosità, i pazienti pediatrici oncoematologici hanno dunque indicazione prioritaria alla vaccinazione contro SARS-CoV-2. (insalutenews)

«La condizione di immunodepresso non rappresenta una controindicazione bensì una motivazione ulteriore alla vaccinazione perché la stessa è diretta a proteggere il paziente fragile. Così la pensa l’ Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (Aieop) sulla somministrazione del vaccino anti Covid ai bambini malati di tumore: è un atto dovuto. (HealthDesk)

“Prima di tutto non ti dice quanto tempo prima potresti avere avuto inconsapevolmente il Covid, ma soprattutto ormai è dimostrato che non ci sono controindicazioni. Sul tema si è espresso pure Massimo Andreoni, primario di Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma. (salute33)

Ecco perché non c’è l’indicazione di fare un tampone nasofaringeo prima di vaccinarsi: potremmo dire tutt’al più che si tratta di una vaccinazione inutile, ma non pericolosa”. Anzi in questi soggetti il virus è particolarmente replicante perché già manifesta dei sintomi e quindi il vaccino aggiunge poca stimolazione antigenica rispetto a quella fornita naturalmente all’organismo dall’infezione” (News – Roba da Donne)