Pensioni 2025, molto rumore per nulla

Pensioni 2025, molto rumore per nulla
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Tra gli argomenti più ‘battagliati’ in aula durante la discussione della Legge di Bilancio 2025, il dossier pensioni ha, alla fine, visto davvero pochissimi dei cambiamenti annunciati e promessi dalle forze politiche. Non cambia l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia ferma a 67 anni per la necessità di rendere sostenibile il sistema previdenziale, e continuano ad essere necessari almeno 20 anni di contributi versati, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi. (lentepubblica.it)

Su altri media

Nonostante gli slogan di superamento della legge Monti-Fornero e la promessa di 41 anni di contributi per accedere al pensionamento, il governo, attraverso le ultime leggi di Bilancio, è riuscito nell’impresa di peggiorare ulteriormente quella legge tanto criticata. (Informazione Scuola)

Il comma 161 della Legge di Bilancio 2025 conferma l'incentivo al posticipo del pensionamento e apporta alcune modifiche, inclusa l'esenzione fiscale per la quota di contribuzione corrisposta al lavoratore. (MySolution)

Ape sociale, Opzione Donna e Quota 103 sono state prorogate con le restrizioni già introdotte nel 2024, mentre sono davvero poche le nuove misure di flessibilità pensionistica. La legge di Bilancio 2025 non porta alcuna novità concreta, almeno nell’immediato, per le uscite anticipate dal mondo del lavoro. (Corriere della Sera)

Non c’è tregua per le pensioni

Nonostante gli slogan di superamento della legge Monti-Fornero e 41 anni di contributi per accedere al pensionamento, dopo tre leggi di Bilancio il Governo è riuscito nell’impresa clamorosa di peggiorare quella legge così tanto criticata e allontanare il traguardo pensionistico per tutte e tutti, con l’obiettivo di posticipare il pensionamento a 70 anni. (CGIL)

La nuova legge di bilancio ha introdotto la possibilità a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 di sommare la pensione pubblica a quella dei comparti integrativi per ritirarsi prima dei 67 anni. (Milano Finanza)

Per le pensioni italiane, si sa, non vi è mai tregua. Non pago degli interventi restrittivi già delineati in autunno e nei due anni precedenti della legislatura, il governo Meloni, nel pieno delle feste natalizie, ha inserito in extremis nella legge di bilancio l’ennesimo tassello del feroce accanimento contro il sistema previdenziale pubblico. (Contropiano)