Bitcoin torna a 100.000 dollari, spinto dall'accordo Usa-Regno Unito e dall'acquisizione Coinbase





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Redazione Economia
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Per la prima volta da febbraio, il Bitcoin ha sfiorato i 100.000 dollari, riaccendendo l’ottimismo tra gli investitori dopo mesi di volatilità. Il rimbalzo, che ha portato la criptovaluta a toccare i 99.621 dollari con un rialzo del 2,9%, è legato principalmente all’intesa commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, definita «completa e globale» dalle parti coinvolte. Un accordo che, secondo gli analisti, potrebbe rafforzare le relazioni economiche tra i due paesi nei prossimi anni, creando un terreno più stabile per gli asset digitali.
A contribuire al rally, però, non c’è solo la geopolitica. L’annuncio dell’acquisizione di Deribit da parte di Coinbase per 2,9 miliardi di dollari – di cui 700 milioni in contanti e il resto in azioni – ha ulteriormente alimentato il sentiment positivo. La mossa, che consolida il predominio della piattaforma statunitense nel settore, è stata interpretata come un segnale di fiducia nel mercato, nonostante le recenti incertezze normative.
Lo scenario attuale sembra confermare le previsioni di chi, come Matt Hougan di Bitwise, vede nel Bitcoin un asset destinato a crescere esponenzialmente. «L’adozione istituzionale, trainata dagli ETF spot, e l’interesse dei governi stanno creando le basi per un’ascesa storica», ha dichiarato il Chief Investment Officer, senza escludere che il valore possa superare il milione di dollari nel lungo periodo. Sebbene il record assoluto di 109.228 dollari, raggiunto lo scorso gennaio in coincidenza con l’insediamento di Donald Trump, resti per ora un obiettivo lontano, l’attuale trend suggerisce che la corsa del Bitcoin non si sia ancora esaurita.