I pentiti della Brexit ma senza retromarcia

I pentiti della Brexit ma senza retromarcia
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L'Eco di Bergamo ESTERI

Insalutata ospite, come si dice, perché un vero rapporto, tra noi del continente e loro delle isole, non era mai nato. Qualche interesse economico in comune e poco più. Loro, poi, convinti che una volta liberi dalle pastoie burocratiche imposte da Bruxelles si sarebbe aperta una nuova età dell’oro. A richiamare l’attenzione è così arrivato un sondaggio di «YouGov» che ci racconta quanto segue: i britannici tuttora convinti che la Brexit sia stata una buona cosa sono scesi al 30% mentre sono saliti al 55% quelli che vedrebbero volentieri un rientro del loro Paese nei ranghi della Ue. (L'Eco di Bergamo)

La notizia riportata su altre testate

Tuttavia, alcuni settori, come quello agroalimentare, hanno risentito maggiormente delle nuove dinamiche, affrontando sfide significative nell'export verso l'Ue. Contrariamente alle previsioni più pessimistiche, il commercio britannico ha mostrato una certa resilienza. (Treccani)

Bbc Verify, il canale 'anti-disinformazione' dell'emittente britannica, ha analizzato gli effetti di cinque anni di Brexit su altrettante questioni chiave della campagna, guidata allora dal leader del "Partito della Brexit", Nigel Farage. (Adnkronos)

Oggi ricorrono cinque anni esatti dal 31 Gennaio 2020, il giorno in cui il Regno Unito è ufficialmente uscito dall’Unione Europea. A cinque anni di distanza, è possibile guardare con una certa obiettività a come è cambiato il paese e quasi sono stati gli effetti della Brexit. (Londra, Italia)

Brexit, cinque anni dopo: investimenti giù e bene il commercio. Tutte le sorprese dell'uscita dalla Ue

Gli interessati sono tutt'altro che contenti: l'ultimo sondaggio (Yougov) di un paio di giorni fa dice che il 55% degli inglesi pensa che la Brexit sia stata un errore, solo il 30% ritiene che sia stata giusta e il resto preferisce non esprimersi. (il Giornale)

CLICCA Brexit, un errore? La maggioranza degli inglesi vorrebbe tornare nell’UE (tviweb)

Nel valutare l’esito (provvisorio) del divorzio, sul Continente è prevalsa spesso una narrativa catastrofista, che vede il Regno Unito sprofondato in una crisi autoinflitta senza via di uscita: in realtà, il quadro è piuttosto in chiaroscuro, con diversi piani che si intersecano. (Corriere della Sera)