Musetti in finale a Montecarlo: «Ho ritrovato il guerriero che era in me»

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Lorenzo Musetti, che nella semifinale del Masters 1000 di Montecarlo ha rimontato l’australiano Alex De Minaur dopo un primo set trascinato via in appena mezz’ora (1-6), ha chiuso la serata scrivendo «Diesel» sulla telecamera. Un messaggio che spiega il suo metodo: partire piano, accelerare quando serve, e arrivare a destinazione con la potenza di un motore che sembrava spento.

La sua finale, la prima in un torneo di questa categoria, arriva sei anni dopo l’ultima di un italiano – Fabio Fognini nel 2019 – e lo proietta verso una possibile top 10. Ad attenderlo, domenica, c’è Carlos Alcaraz, lo stesso rivale battuto ad Amburgo nel 2022, quando Musetti alzò il suo primo trofeo Atp. «Il tennis è come la vita: strano», ha detto il 22enne toscano, ricordando come solo qualche giorno fa, in allenamento, le sensazioni fossero tutt’altro che positive.

Quella contro De Minaur è stata una partita piena di errori (88 in totale), giocata sotto la pioggia e interrotta più volte, ma anche l’ennesima dimostrazione di una crescita che passa attraverso piccoli gesti quotidiani. La cena a casa con la compagna Veronica, il figlio Ludovico di 13 mesi da mettere a letto, una partita a burraco per staccare la testa dal campo. «Poi sono andato a dormire, per recuperare le energie spese con Tsitsipas», ha raccontato.

Quella «bolla famigliare», come la definisce lui, sembra avergli restituito qualcosa che credeva perduto: «Mi ero abituato a non vedere più quella parte di me, quella del guerriero». Eppure, dopo il 6-1 iniziale subito ieri, è riuscito a ribaltare il match (6-4 il secondo set, 7-6 il terzo) con la stessa pazienza dimostrata in altre quattro partite del torneo, tutte vinte dopo aver perso il primo parziale.