Confessione di Filippo Turetta, il processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Filippo Turetta, durante la seconda udienza del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, ha confessato di aver pianificato il rapimento e l'omicidio della giovane. "Quando ho scritto quella lista avevo ipotizzato il piano di rapirla, stare con lei qualche tempo e poi farle del male e toglierle la vita", ha dichiarato Turetta, rispondendo alle domande del pm Andrea Petroni. La confessione, avvenuta nell'aula della Corte d'Assise di Venezia, ha gettato nuova luce sul caso che ha sconvolto l'opinione pubblica.
Turetta, visibilmente emozionato e in lacrime, ha spiegato di aver agito per paura di perdere definitivamente la possibilità di un rapporto con Giulia. "In quel momento sentivo di aver perso per sempre la possibilità di tornare insieme a Giulia, il fatto che lei aprisse a questo. Mi preoccupava il fatto di perderla, non sentirla mai più, non volevo perderla", ha affermato l'imputato, rispondendo all'avvocato di parte civile Nicodemo Gentile. Le sue parole hanno suscitato reazioni contrastanti tra i presenti in aula, ma il focus del processo rimane sulla ricostruzione dei fatti e sulla ricerca della verità.
Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, ha espresso il suo dolore durante una pausa del processo, sottolineando l'importanza di comprendere chi sia realmente Filippo Turetta. "Il momento più doloroso è stato sapere cosa ha attraversato mia figlia negli ultimi momenti della sua vita. Ma non è questo il punto del processo, il punto è che abbiamo capito chi è Filippo Turetta", ha dichiarato Cecchettin, evidenziando la necessità di fare giustizia per la figlia.
Durante l'udienza, sono emersi dettagli agghiaccianti sulla preparazione del crimine. Mentre Giulia si preparava con entusiasmo al giorno della laurea, Turetta, incapace di rassegnarsi alla fine della loro relazione, stilava un elenco di cose da fare e oggetti necessari per il rapimento. Tra questi, sacchi di nylon, coltelli e nastro adesivo, acquistati con l'intento di immobilizzare e uccidere la giovane.