Cinema, dopo i dazi annunciati da Trump il fronte della protesta si sposta a Cannes

Cinema, dopo i dazi annunciati da Trump il fronte della protesta si sposta a Cannes
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la Repubblica ESTERI

Chissà cosa ha pensato Mel Gibson, uno dei tre ambasciatori a Hollywood nominati da Trump, dei dazi annunciati via social sui film girati all’estero? All’incontro a Mar-a-Lago l’attore di Braveheart e Arma letale non c’era, mentre invece c’era John Voight (il terzo è Sylvester Stallone) accompagnato dai suoi produttori. Trump ha chiarito che le sue intenzioni sono di fare del bene al cinema americano, ma intanto l’attore e regista che progetta di girare il sequel della Passione di Cristo in Italia si sarà preoccupato che questa volta il set a Matera gli venga a costare troppo. (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

Mentre Trump minaccia dazi sui film stranieri, l’Italia attrae le grandi produzioni Usa con location da sogno e incentivi fiscali. E rilancia il cinema nazionale con festival e promozione all’estero (panorama.it)

In alcuni comparti, questa operazione di riorganizzazione ha avuto degli esiti ancora oggi troppo deboli, mentre risulta del tutto naturale connaturare altri comparti come vere e proprie industrie. (Artribune)

Così Manuela Cacciamani Ad Cinecittà sui dazi sui film stranieri annunciati da Trump. "L'auspicio è che 2 storiche potenze di cinema come quella Usa e italiana continuino a cooperare per l'arricchimento economico-culturale degli spettatori". (RaiNews)

Cinema, Trump e l’incubo dazi sull’industria dei sogni

Donald Trump colpisce ancora. Nella giornata di ieri infatti, sul suo social Truth, ha annunciato l’inizio di un nuovo capitolo della sua guerra commerciale, imponendo Dazi del 100% per tutte quelle pellicole girate al di fuori del territorio statunitense, costringendo così gli studios e i registi a produrre in casa i loro film per il grande schermo. (rtl.it)

«L’industria cinematografica in America sta morendo di una morte molto rapida» e per evitarla servono dazi al 100 per cento su tutti i film stranieri che arrivano in America, ha scritto Donald Trump sul social Truth, portando la polemica del giorno nel territorio fin qui inesplorato del protezionismo cinematografico. (Domani)

“Del cento per cento, su tutti i film prodotti all’estero che entrano nel nostro Paese”, ha scandito Donald Trump sul suo social, Truth. Hollywood sperava di restare fuori dalla guerra commerciale: i film sono considerati servizi e non beni, e le produzioni audiovisive, come le grandi aziende tecnologiche, sono tra i maggiori surplus commerciali degli Usa. (la Repubblica)