Zelensky aperto a fornire terre rare a Trump: investimenti Usa in cambio di risorse




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Donald Trump ha posto una condizione inedita agli aiuti americani all’Ucraina: l’accesso alle terre rare e ad altri minerali strategici di cui il paese è ricco. Litio, titanio e uranio, elementi fondamentali per la produzione di batterie per veicoli elettrici, turbine eoliche e componenti tecnologiche avanzate, sono al centro di una proposta che ha già suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni partner europei, tra cui la Germania, hanno definito “egoistica” l’idea del tycoon, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sorpreso molti dichiarandosi disponibile a valutare investimenti statunitensi in cambio di un sostegno economico e militare.
L’Ucraina, nonostante non disponga di grandi riserve accertate di terre rare, è considerata un serbatoio di minerali critici essenziali per l’industria globale. Il titanio, ad esempio, è già ampiamente sfruttato nel paese, mentre il litio e l’uranio rappresentano risorse potenzialmente strategiche per il futuro. Trump, che ha sempre adottato un approccio pragmatico e spesso spregiudicato nelle relazioni internazionali, sembra voler sfruttare questa ricchezza per rafforzare la posizione degli Stati Uniti nel settore delle tecnologie verdi e della difesa.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha criticato apertamente la proposta, sottolineando come gli aiuti all’Ucraina dovrebbero essere finalizzati alla ricostruzione post-bellica e non condizionati a interessi economici. Tuttavia, Zelensky, consapevole della necessità di mantenere il sostegno internazionale in un momento cruciale della guerra contro la Russia, ha lasciato intendere che Kiev potrebbe essere disposta a negoziare.
La posizione di Trump riflette una visione del mondo basata sul “do ut des”, tipica del suo background imprenditoriale. Negli ultimi anni, il presidente americano ha applicato questa logica in diversi contesti internazionali, dalla Colombia al Messico, spesso suscitando polemiche ma ottenendo risultati concreti. Ora, l’Ucraina potrebbe diventare il prossimo banco di prova di questa strategia, con implicazioni che vanno oltre il semplice scambio di risorse.
La questione delle terre rare, tuttavia, non è priva di complessità. Se da un lato l’Ucraina potrebbe trarre vantaggio da investimenti esteri che ne rafforzino l’economia e le infrastrutture, dall’altro c’è il rischio di una dipendenza eccessiva dagli Stati Uniti, con possibili ripercussioni geopolitiche. Inoltre, la gestione delle risorse minerarie in un paese ancora in guerra solleva interrogativi sulla sostenibilità e sull’equità di tali accordi.