Queer, recensione del film di Luca Guadagnino con Daniel Craig: parlare senza parlare
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Con Queer Luca Guadagnino realizza il film che voleva fare da tutta la vita: Daniel Craig è Lee, alter ego dello scrittore William S. Burroughs, ossessionato dal "parlare senza parlare" e dalla telepatia. Un film non facile, che richiede una certa cultura per essere decodificato, ma è un viaggio affascinante. William S. Burroughs non amava parlare e chi parlava troppo. Lo disse a una cena, come riportato in apertura di un bellissimo pezzo di Rolling Stone del 1974, in cui lo scrittore intervista David Bowie (Movieplayer)
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L'attore, protagonista del film di Luca Guadagnino presentato a Venezia 81, ha dichiarato di non aver bisogno di nessun intimacy coordinator per girare le sue scene più spinte (Best Movie)
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Applausi per Queer alla prima proiezione per la stampa in Sala , anche se con poco trasporto. (Panorama)
Il regista italiano sceglie Daniel Craig come protagonista della sua opera più intima ed emotiva. (My Red Carpet)
Ambientato nel Messico di fine anni 40, Queer di Luca Guadagnino è un adattamento fedelissimo del romanzo di William S. Burroughs. (Io Donna)
Per portare a termine il compito, Guadagnino ha convocato l'attore che più di ogni altro ha rappresentato, per gli anni 2000, un certo ideale di virilità: Daniel Craig, ultimo interprete di James Bond nella saga di 007. (ilmessaggero.it)