30 anni senza Freddie, leader dei Queen

Il 24 novembre del 1991 si spegneva una delle stelle più importanti del firmamento della musica Internazionale, Freddie Mercury, frontman dei Queen.

Ma quando si parla di Freddie Mercury si pensa subito alla sua voce così forte, così potente, con un’estensione unica nel suo genere.

Sono passati 30 anni da quel maledetto giorno che ha lasciato nella disperazione milioni di fan in tutto il mondo.

A cura di Gianluigi Cutillo, 24 novembre 2021

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«E’ stato un giorno molto triste, ma secondo la mostra religione quando arriva il momento della morte non si può fare nulla, devi andare» ha detto la madre Jer, «Freddie ha fatto più per il mondo nella sua breve vita che la maggior parte delle persone in cento anni» Freddie dirigeva tutte le operazioni dal letto, e con uno sforzo sovrumano è riuscito ad intrattenerli tutti per due o tre ore. (Virgin Radio)

E se questa vicenda comincia a confondersi con il mito è perché Freddie Mercury è stato uno dei front man più esplosivi, trasgressivi e coraggiosi mai visti su un palco. (Gazzetta del Sud)

May e Taylor sono andati avanti a fare musica in questi trent'anni, seguiti solo raramente da Deacon. Una scelta che non pesa sulle spalle del cantante statunitense e che rispetta un dato di fatto: sostituire Freddie Mercury è impossibile (Ticinonline)

Sarà stato forse complice Bohemian Rhapsody, ad oggi il biopic musicale di maggior successo della storia del cinema, vincitore di ben quattro premi Oscar nel 2019? Caso vuole che quella sera tra il pubblico ci sia Farrokh Bulsara (presto cambierà il suo nome in Freddie Mercury) e che il cantante degli Smile Tim Staffell decida di lasciare il gruppo. (The Hot Corn Italy)

Ricordiamo Freddie Mercury a trent'anni dalla morte con una galleria di splendide foto che ripercorre la sua carriera La personalità e la grande presenza scenica colloca Freddie Mercury di diritto tra i più grandi 'front men' di tutti i tempi. (Rai News)

Basta averli ascoltati mezza volta. Ma la peculiarità di Freddie Mercury, oltre che nella sua stratosferica presenza scenica, risiedeva certo nel suo altrettanto grande talento compositivo ma, ancora più, nell’unicità della sua timbrica: pochi colleghi, pure importanti, suonano altrettanto riconoscibili, e ancora meno – non è un caso – sono quelli che abbiano mai provato a imitarlo. (Il Fatto Quotidiano)