Meloni: «Sangiuliano mi ha rassicurata». Ma lui adesso è di nuovo a rischio
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L’affaire Sangiuliano-Boccia si fa imbarazzante. E a Giorgia Meloni tocca intervenire sui rapporti professionali tra la comunicatrice Maria Rosaria Boccia e il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano. Un intervento che la presidente del Consiglio si sarebbe davvero risparmiata. In maggioranza, nessuno ovviamente parla di dimissioni, impensabile mettere mano alla squadra di governo esponendola alle rivendicazioni partitiche. (Corriere Roma)
Se ne è parlato anche su altre testate
Le dimissioni sono state improvvise e inaspettate, Segre aveva infatti preso parte a giugno all'assemblea della società editoriale, per la quale aveva poi redatto il verbale, in cui era stata approvata la decisione di ridurre il numero del consiglio di amministrazione da 6 a 5 membri. (Il Giornale d'Italia)
Lo si legge nel testo della petizione, firmata dal senatore Ivan Scalfarotto, con cui Italia Viva chiede le dimissioni del ministro. “Per questo la sua presenza al governo in un ruolo così delicato non è più sostenibile. (Civonline)
«Sono stato a colloquio con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano La Stampa». (Open)
Il ministro della Cultura in imbarazzo sul ruolo della “consulente-fantasma” Maria Rosaria Boccia, quella del Turismo alle prese – da mesi – con diverse e pesanti grane giudiziarie (con una richiesta di rinvio a giudizio a Milano che verrà discussa in autunno) e quello agli Affari europei pronto a tr… Tre ministri: Gennaro Sangiuliano, Raffaele Fitto e Daniela Santanchè. (la Repubblica)
È su una delle piattaforme social più utilizzate, infatti, che si sta consumando lo scontro tra il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, la donna che il 26 agosto aveva annunciato – proprio su Instagram – la nomina a Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi. (Today.it)
Tanto che, a quanto pare, anche sostituire una singola casella ministeriale per forza maggiore (come nel caso di Raffaele Fitto) rappresenta per Meloni un tale motivo di ansia, da far prendere quota l'ipotesi di uno spacchettamento delle deleghe del futuro commissario Ue tra sottosegretari già in carica. (Il Dubbio)