Questioni di referendum: la firma digitale tra cannabis e green pass

The Intruder News INTERNO

Un pericolo, quello delle firme digitali per i referendum, che spaventa se le firme sono utilizzate come “scorciatoie per temi delicati“.

Passato sotto silenzio politico, il successo del primo referendum digitale sulla cannabis in meno di 24 ore è stato strumentalizzato nel contrapposto alle diverse proposte referendarie riunite sotto il cappello “abolizione del green pass”.

Se il silenzio politico attorno al referendum sulla cannabis ha sollevato questioni come quella sottolineata da Emma Bonino così come proposta dall’Ansa – “C’è poi l’imbarazzo dei grandi partiti progressisti, che ancora non ho capito dove si collocano. (The Intruder News)

La notizia riportata su altri giornali

Ma è importante, visto che il governo ha prorogato fino a fine ottobre la possibilità di raccogliere le firme, continuare la raccolta nelle piazze per testimoniare il fatto che non è stata solo una fiammata del web ma una volontà degli italiani” così il segretario nazionale di +Europa Benedetto Della Vedova a margine del lancio della campagna referendaria nelle piazze per il referendum sulla legalizzazione della cannabis al Pantheon (Il Fatto Quotidiano)

Ora raccolta di firme cartacee per arrivare a quota 800mila e anche di più". (ansa). E prosegue anche la raccolta firme per il referendum sull'eutanasia (la Repubblica)

Ma anche lo sviluppo di un settore che cresce vertiginosamente nell’economia reale e, fra picchi e cadute, nelle borse di tutto il mondo. E in Parlamento si rincorrono le voci su un possibile tentativo, da parte del fronte anti-cannabis, di modificare la legge per disinnescare la mina referendum (Il Sole 24 ORE)