Android Enterprise e aggiornamenti di sicurezza: Google allenterà le maglie, ma esigerà più trasparenza?

Attualmente, i produttori che hanno aderito ad Android Enterprise Recommended sono tenuti a rilasciare gli ultimi aggiornamenti di sicurezza entro un massimo di 90 giorni dalla disponibilità e per un ciclo vitale minimo di 3 anni.

Nonostante nel primo settore il dominio di Android sia incontrastato, nel secondo iOS gode di una fama decisamente migliore.

Nello specifico, per ciascun dispositivo Android Enterprise Recommended, i produttori dovranno indicare la frequenza con cui intendono aggiornarlo e il ciclo vitale previsto. (Androidworld)

Ne parlano anche altri giornali

Per provare le funzioni dell’applicazione è comunque possibile accedere alla funzione online scrivendo semplicemente “Google traduttore” nella barra di ricerca del vostro browser. La modalità conversazione all’interno dell’App continuerà ad aiutarti a sostenere una conversazione bilingue con qualcuno. (Tecnoandroid)

Uno dei software più pericolosi in assoluto è risultato essere Snaptube, l’applicazione che permette ai consumatori di scaricare direttamente i video dal web, ma che nasconde anche l’attivazione di servizi aggiuntivi a pagamento, in grado di depennare le proprie prede rubando anche decine di euro dal credito residuo. (Tecnoandroid)

Un filtro aggiuntivo permette inoltre di limitare la ricerca tramite mail solo agli amici, ad amici di amici o a tutti i giocatori. (HDblog)

per ricevere le indicazioni si dovrà esclamare ” Ok Google va ai ( indirizzo)” Gli assistenti personali sono di “ascoltare” e rispondere alle più disparate richieste. (Tecnoandroid)

Ora gli utenti di Android Auto hanno definitivamente la soluzione al bug. Google ha risolto con molta calma il problema di connessione di Android Auto, il quale rendeva impossibile usare i comandi vocali a molteplici utenti. (Tecnoandroid)

Gli sviluppatori avranno tempo fino al 2021 per allinearsi alle nuove linee guida e rimuovere l’accesso alla posizione in background nei casi in cui non è necessario. Google è convinta che gran parte degli sviluppatori possa “fornire la medesima esperienza attingendo alla posizione dello smartphone quando l’app è in primo piano”, quindi a Mountain View stanno passando al setaccio le applicazioni che richiedono l’accesso alla posizione. (TuttoAndroid.net)