Telegram, quanti crucci privacy: perché preoccupa tanto

Telegram, quanti crucci privacy: perché preoccupa tanto
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Agenda Digitale ESTERI

L’arresto da parte delle autorità francesi di Pavel Durov, avvenuto lo scorso 24 agosto, ha riacceso il dibattito sulle mancate misure adottate dalla piattaforma Telegram per la protezione della privacy. Ad oggi la preoccupazione maggiore degli esperti di sicurezza cibernetica è che tale strumento possa risultare non sicuro. A seguito di un’indagine sotto copertura delle autorità francesi, a marzo era stato emesso un mandato di custodia cautelare per Durov – e il fratello co-fondatore Nikolaj Durov – disposto per 12 reati, tra i quali, la complicità con la criminalità organizzata per l’amministrazione di una piattaforma online che consente transazioni illegali, il rifiuto di comunicare informazioni e documenti necessari alle intercettazioni su richiesta delle autorità, la complicità nell’hackeraggio di sistemi informatici, la fornitura di crittografia per scambi riservati non conformi alle normative vigenti, infine, la fornitura e importazione di un sistema di messaggistica criptata senza dichiarazione di conformità. (Agenda Digitale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Per questo - prosegue Durov - mi sono posto come obiettivo personale di assicurare che le cose da questo punto di vista migliorino», aggiungendo che ci si sta occupando del problema «dall'interno» e che maggiori dettagli saranno resi pubblici in futuro, nella speranza di rendere Telegram, e l'industria dei social nel suo insieme, «più sicura e più forte». (Corriere del Ticino)

Per il 39enne imprenditore russo "utilizzare le leggi dell'era pre-smartphone per accusare un amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio fuorviante". (Italia Oggi)

Pavel Durov ha scritto il suo primo messaggio pubblico sul suo canale Telegram dopo l'arresto avvenuto nei giorni scorsi a Parigi. Si è detto sorpreso per essere stato "accusato di crimini commessi da terzi", ovvero da coloro che usano in maniera illecita Telegram. (HWfiles)

Pavel Durov: "Telegram non è un paradiso anarchico, le accuse francesi sono fuorvianti"

Di Giuseppe Gagliano – (Notizie Geopolitiche)

Le regole sul mercato digitale varate dall’Europa, a cominciare dal Digital Services Act (Dsa), hanno alle spalle un anno di applicazione. Per la prima volta anche questo mercato ha confini e norme che da un lato evitano rischi per i cittadini, dall’altro a garantiscono una concorrenza leale e senza posizioni di potere che tendano a scoraggiarla. (Corriere della Sera)

Telegram afferma che le autorità francesi avrebbero dovuto rivolgersi alla sua azienda per sporgere denuncia anziché arrestarlo, definendo il suo arresto "fuorviante". Sul suo canale Telegram, Durov, nei suoi primi commenti pubblici dopo la sua detenzione, nega che l'app sia un "paradiso anarchico". (L'HuffPost)