Etna, ecco cos'è il magma "primitivo" risalito dal profondo della "Muntagna"

Gazzetta del Sud - Edizione Sicilia INTERNO

Lo dice il vulcanologo dell’Ingv Boris Behncke, riguardo al magma «primitivo» che l’Etna sta producendo in questi giorni a seguito dei parossismi del 16, 18 e 19 febbraio

Questo qui è caldo e ricco in gas, una cosa che si manifesta negli episodi parossistici esplosivi di questi giorni.

«Primitivo» è un termine usato dai vulcanologi per riferirsi a quei magmi la cui composizione è poco cambiata rispetto a quella del mantello terrestre dove si sono formati. (Gazzetta del Sud - Edizione Sicilia)

Ne parlano anche altri media

I dati ottenuti nei laboratori dell'Osservatorio etneo dell'Ingv, attraverso l'analisi dei vetri dei prodotti eruttati dai parossismi del 16, 18 e 19 febbraio, indicano che il magma è sempre dello stesso tipo. (AGI - Agenzia Italia)

Diverso dal "magma genitore", ossia quello "che ha dato origine ad altro magma di composizione diversa", spiegano gli esperti di Remy Morandi Nei profondi abissi della Sicilia qualcosa si muove. (QUOTIDIANO.NET)

Il magna coinvolto negli ultimi eventi parossistici dell'Etna proviene dai suoi condotti interni, è tutto dello stesso tipo ed è uno dei più "primitivi" fra quelli emessi nel corso delle eruzioni del cratere di Sud-Est negli ultimi 20 anni. (Giornale di Sicilia)

Molto più pericoloso, considerando che lì c'è un grande parco nazionale e pochissimi abitanti, mentre qui ci sono 600 mila persone a rischio. Ma che possono diventare un grande problema, quando non si guarda con rispetto il loro territorio. (La Stampa)

L'Ingv sta conducendo ulteriori rilievi di terreno per identificare e campionare il materiale eruttato durante la fontana dell'ultima notte, ma è probabile che la composizione del magma sia ancora quella registrata nei giorni precedenti Subito dopo non è più avvenuta alcuna attività eruttiva sul cratere mentre dagli altri crateri sommitali sta continuando l’attività esplosiva osservata negli ultimi giorni. (CataniaToday)

La colonna di fumo si è alzata per almeno dieci chilometri sulla cima dell’Etna che, da venerdì 12 febbraio, impressiona per intensità delle esplosioni e incremento attività eruttiva, costantemente monitorate dall’Osservatorio Etneo dell’INGV di Catania. (Scienze Fanpage)