Cannabis, referendum: "In 48 ore oltre 220mila firme"

SardiniaPost INTERNO

È come se ci fosse una grande attesa per questa possibilità di discuterne, di cambiare, di legalizzare!

“Sono 220mila firme in 48 ore.

In 48 ore hanno firmato il Referendum Cannabis oltre 220.000 persone.

La campagna per il referendum sulla cannabis non necessita di ulteriori commenti, bastano le cifre”, evidenzia Giuseppe Civati, fondatore di Possibile e tra i promotori della raccolta firme per il referendum sulla cannabis. (SardiniaPost)

Ne parlano anche altre testate

La piattaforma consente di firmare digitalmente il quesito referendario tramite pochi semplici passaggi. La sfida è raggiungere le 500mila firme entro il 30 settembre, termine massimo per la presentazione del quesito. (leggo.it)

"Da sempre sono contro lo sballo e contro lo spaccio e la criminalità - chiarisce il portavoce di +Europa - proprio per questo vi invito a firmare: non è solo una questione di diritto o di libertà: è una questione di responsabilità, di governo dei fenomeni, di creazione di un mercato, anche economico, pulito, trasparente e legale" (RavennaToday)

In questo senso il referendum per la legalizzazione della cannabis rappresenta un’occasione unica anche per aiutare la transizione dal tabacco. Un’opportunità unica per l’Umbria e in particolare per Città di Castello per attuare un piano di riconversione per le aziende storiche che hanno coltivato negli ultimi anni. (Alto Tevere Oggi)

Lo scorso 7 settembre la richiesta è stata depositata presso la Corte di Cassazione da parte di un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione e Antigone. (Radio Lombardia)

L’obiettivo è quello di raggiungere le 500 firme richieste entro il 30 settembre, quando scadranno i termini per la presentazione di proposte di referendum presso la Cassazione. Il testo del quesito, si legge sul sito dell’iniziativa, chiede all’elettore di esprimersi “sull’eliminazione del reato di coltivazione e sulla rimozione delle pene detentive per qualsiasi condotta relativa alla cannabis” (L'HuffPost)

In particolare, il titolare ha spiegato che il quantitativo di thc, il cui limite è dello 0,2 percento con tolleranza fino allo 0,6, può variare per diversi motivi, come quello climatico. All’esito del confronto, il giudice Cinzia Vergine ha ritenuto non vi fossero indizi sufficienti per giustificare la custodia in carcere. (LeccePrima)