La visita di Draghi in Libia. Un commento

Difesa Online INTERNO

Molti giornali in Italia hanno già parlato di “primo atto significativo” della politica estera di Draghi che, proprio come Mario Monti, ha scelto la Libia per “inaugurare” la sua agenda diplomatica.

Solo che oggi gli attori sono decisamente diversi

Dal 2011 ad oggi l’Italia in Libia ha perso tempo e credibilità, due elementi che difficilmente in politica estera possono essere recuperati e sui quali gli avversari hanno buon gioco. (Difesa Online)

Su altri media

Che la sinistra avesse una posizione pro accoglienza era ormai chiaro a tutti, ma che arrivasse addirittura a strigliare il premier in pochi se lo aspettavano. Il segretario nazionale della Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha commentato: «Draghi esprime soddisfazione per il lavoro della Libia sui salvataggi? (ilGiornale.it)

Giorgia Meloni ritiene che Draghi stia ripartendo "dal 2011 e da quanto lasciato dal centrodestra" in fatto di politiche del Mediterraneo. Dalla sinistra è un tam tam di proteste. (La Repubblica)

Primo viaggio del premier Draghi in Libia. È durato poche ore il primo viaggio all’estero di Mario Draghi da presidente del consiglio. Il racconto della giornata di martedì 6 aprile 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. (Radio Popolare)

Il paradosso è che proprio la loro scadente e inconcludente europeizzazione rende più complicato il rimetterli a tema 7 Aprile 2021. (Lettura 4 minuti). . . . È la prima visita di Stato che Mario Draghi effettua da quando è stato nominato primo ministro: basterebbe già solo questo elemento a sottolineare l’importanza cruciale che il premier italiano ascrive al dossier libico (Il Messaggero)

“La visita di Draghi in Libia è il gesto della svolta”, ha dichiarato Matteo Renzi. Leggi anche: Tutta la storia del mutuo concesso a Mario Draghi per una villa sulla Riviera del Brenta con la moglie Serenella (LA NOTIZIA)

I due primi ministri, Mario Draghi e Abdul Hamid Dbeibah, passano in rassegna il drappello d’onore. Se migranti e rifugiati vengono riportati in Libia - ricorda Medici senza frontiere - si tratta di una condanna alla violenza e alla brutalità nei centri di detenzione. (Avvenire)