Il riarmo europeo divide i partiti italiani, tra astensioni e proteste





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ROMA – Il piano di riarmo europeo proposto da Ursula von der Leyen, al centro della risoluzione sulla difesa Ue in votazione oggi a Strasburgo, ha messo a nudo le profonde divisioni che attraversano i partiti italiani, spaccando non solo le coalizioni nazionali ma anche le famiglie politiche europee di riferimento. Lega, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra si schierano contro il progetto, mentre il Partito Democratico opta per l’astensione, in un quadro che riflette la difficoltà di trovare una linea comune su temi cruciali come la sicurezza e la difesa.
La piazza per l’Europa, convocata da Michele Serra attraverso le colonne di Repubblica, ha ulteriormente complicato il quadro, mettendo in crisi non solo il Pd ma l’intero cosiddetto campo largo, che include la sinistra in tutte le sue sfumature, i sindacati e le associazioni di area progressista. C’è chi ha aderito senza riserve, e chi invece ha preferito mantenere le distanze, rifiutando l’invito a scendere in campo sotto un unico vessillo, quello dell’Unione Europea. Una frattura che costringe il Pd a prendere una posizione netta, dopo mesi di equilibrismi.
Fino ad ora, il partito guidato da Elly Schlein aveva garantito il suo sostegno alle mozioni per l’invio di armi all’Ucraina, pur con qualche defezione e malumore interno, accompagnando il voto favorevole con la richiesta di un’azione diplomatica più incisiva da parte dell’Europa. Una strategia che, se da un lato ha permesso di salvare capra e cavoli, dall’altro ha evidenziato le difficoltà di tenere insieme posizioni spesso inconciliabili. Questa tensione è esplosa in modo particolarmente evidente nel gruppo parlamentare europeo, dove i deputati dem si sono divisi in tre fronti – sì, no e astenuti – di fronte alla proposta di consentire all’Ucraina di colpire obiettivi sul territorio russo.
Intanto, due carovane simboliche hanno lasciato l’Italia dirette a Strasburgo. La prima, partita in treno da Roma, è composta da Giuseppe Conte e da una cinquantina di parlamentari del Movimento 5 Stelle, decisi a protestare contro il piano ReArm Europe. La seconda, meno visibile ma non per questo meno significativa, è quella che dalla segreteria del Pd cerca di mediare con il gruppo dei Socialisti e Democratici in Europa, portando avanti la linea critica di Schlein nei confronti del progetto di von der Leyen. Un lavoro di mediazione complesso, che mette alla prova la leadership della segretaria dem in un contesto europeo sempre più polarizzato