Bonifiche a rilento, i casi di cancro e lo studio da 30 milioni di euro di cui non sa più niente

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La Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia per aver messo a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, dove oggi vivono 2,9 milioni di persone e dove gli scarichi illeciti di rifiuti pericolosi e le morti non sono un capitolo chiuso. E neppure la mancanza di informazione. Proprio qui, dove la criminalità organizzata ha gestito il traffico di rifiuti provenienti da ogni parte d’Italia, dalle concerie ai petrolchimici, fino alle industrie di alluminio, distruggendo la fertilissima Campania Felix, della quale non è rimasto più nulla. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altri media
ROMA – La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha condannato lo Stato italiano per la sua inazione di fronte allo scarico, al sotterramento e all’incenerimento di rifiuti, spesso effettuati da gruppi criminali organizzati, nella Terra dei Fuochi, nei pressi di Napoli. (Dire)
Lo rende noto la prefettura. Sabato 1 febbraio, alle 10, nel Palazzo di Governo, il prefetto di Napoli Michele di Bari presiederà una riunione di approfondimento sulla tematica della Terra dei Fuochi. (ilmattino.it)
Sono serviti anni, molti. La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia, per il rischio "sufficientemente grave, reale e accertabile" per la vita degli abitanti nella Terra dei fuochi (circa tre milioni, nell’area a Nord di Napoli e sud di Caserta) , che viene definito "imminente". (Avvenire)

Nell'Italia meridionale c'è un'area conosciuta come “Terra dei Fuochi”. (Sky Tg24 )
Terra dei fuochi, dopo 10 anni di battaglie legali è l’ora della sentenza: giovedì mattina la pronuncia della Corte europea per i diritti dell'uomo. (Corriere della Sera)
Però questa soddisfazione fa a pugni con la tragica realtà. Avrei preferito avere torto perché significa che mio nipote Severino, mia cognata Giuseppina e le tante persone che sono morte per l’inquinamento della Terra dei fuochi adesso sarebbero ancora qui. (Famiglia Cristiana)