Così Putin e Xi sfidano “le prepotenze egemoniche”

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In un Cremlino blindato e simbolico alla vigilia della parata per l’anniversario della vittoria sul nazismo, Xi Jinping e Vladimir Putin stringono ancora una volta i ranghi. Un’intesa solida, definita “non diretta contro nessuno” ma che nei fatti prende di mira, senza troppi giri di parole, la politica degli Stati Uniti. Nella dichiarazione congiunta firmata dai due leader si parla chiaro: Mosca e Pechino intendono “contrastare risolutamente” il doppio contenimento degli Stati Uniti contro Russia e Cina (Nicolaporro.it)
Ne parlano anche altre fonti
Sassari. La spiaggia di Porto Ferro è pronta per trasformarsi in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dedicato alla promozione del neurosviluppo. (SARdies.it)
Più o meno alla stessa ora in cui nella cappella Sistina il papa americano della pace «disarmata e disarmante» celebrava la sua prima messa nella nuova carica, tremila chilometri più a nord, nell’autocertificata Terza Roma della santa ortodossia, Vladimir Putin pretendeva idealmente di indossare i panni dell’erede di Josif Stalin. (Domani)
Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel giorno della parata a Mosca per gli 80 anni della vittoria sulla Germania nazista. "La Russia nel suo insieme sostiene l'offensiva in Ucraina”. (ItaliaOggi)

Nella parata svoltasi ieri a Mosca per celebrare la grande vittoria della Russia nella seconda Guerra mondiale, Vladimir Putin e Xi Jinping erano insieme: uniti nel festeggiare la vittoria del passato e, insieme, uniti nel condurre la resistenza odierna contro la nuova barbarie a stelle e strisce dell'occidente, anzi dell'uccidente liberal-atlantista. (Il Giornale d'Italia)
Vladimir Putin e Xi Jinping sono stati al centro della scena durante la parata del Giorno della Vittoria tenutasi ieri a Mosca, sempre assieme, scambiandosi sguardi e commenti d'intesa. In realtà sono quattro anni che Putin vorrebbe tramutare il 9 maggio nella festa del trionfo sull'Ucraina, ma l'operazione speciale è diventato un pasticcio dai costi esorbitanti, e la recente richiesta ai generali di chiudere la partita nel Dnipropetrovsk non è andata a buon fine. (il Giornale)