I cardinali guardano "Conclave" per prepararsi all'elezione del Papa: il film che anticipa la realtà

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   Mentre si avvicina il momento cruciale in cui i cardinali dovranno scegliere il successore di Papa Francesco, alcuni di loro sembrano aver trovato un’insolita fonte d’ispirazione: il film Conclave di Edward Berger, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris. La pellicola, premiata con l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, sta vivendo un successo inatteso non solo tra il pubblico, ma anche tra coloro che, per la prima volta, si troveranno a vivere in prima persona quei riti che il cinema ha ricostruito con precisione.

A rivelarlo è stata un’inchiesta di Politico, che ha raccolto la testimonianza di un porporato coinvolto nel processo elettorale: «Sì, molti di noi hanno visto Conclave», ha ammesso, sottolineando come il film sia stato utile per comprendere dinamiche e protocolli a cui non erano abituati. Uscito pochi mesi prima della scomparsa di Francesco, il lungometraggio – con Ralph Fiennes nel ruolo di un cardinale deciso a guidare l’assemblea verso una scelta coraggiosa – è diventato una sorta di manuale per districarsi tra le complessità di un’elezione papale.

Non è un caso che l’opera abbia superato le 200.000 transazioni digitali tra acquisti e noleggi nel primo mese di distribuzione, conquistando la vetta delle classifiche streaming. Un risultato che conferma il fascino esercitato dal Vaticano, da sempre terreno fertile per storie di potere e intrighi. Tra i volti noti del cast, spicca quello di Isabella Rossellini, mentre la regia di Berger – già apprezzato per Il labirinto del silenzio – ha ricevuto elogi per l’equilibrio tra tensione narrativa e rigore storico.

Ma c’è chi, come Giuseppe Sansonna, critico cinematografico e regista Rai, vede nella vicenda un’ironia più profonda. Citando Corrado Guzzanti nei panni di Padre Pizzarro, Sansonna ha ricordato come certe dinamiche ecclesiastiche siano state già svelate, seppur in tono satirico, dalla televisione: «Li facciamo magnà e dormì e crede di votare. Alla fine sistemiamo tutto noi», recitava il celebre sketch. Un’allusione a quelle manovre che, al di là delle apparenze, potrebbero influenzare l’esito del Conclave.