L'allarme demografico: un record di denatalità dietro l'altro

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L'allarme demografico: un record di denatalità dietro l'altro TERMOLI. E' fondamentale promuovere delle politiche di sostegno alla famiglia, per contrastare la denatalità e l'allarme demografico. Sempre meno culle, nell'Italia che invecchia, e il Molise (così come il nostro territorio) non è immune da questa tendenza. Numeri in regressione sui nuovi nati cristallizzati nel focus dell'Istat sul 2023. (Termoli Online)

Ne parlano anche altre fonti

Si chiamano per lo più Leonardo e Sofia, i nomi più voga qui come nel resto d’Italia, ma soprattutto sono pochi. Non che la nostra regione sia tra le più gelide dell’inverno demografico attraversato dall’Italia, che lo scorso anno - come attesta il rapporto Istat su “Natalità e fecondità della popolazione 2023” - ha fatto segnare un record al ribasso per le nascite, scese a 379.890, con un calo del 3,4% sull’anno precedente. (corriereadriatico.it)

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Anche questo un primato, ma negativo: siamo a un terzo o poco più rispetto al boom. Un record storico che si paragona quasi con sgomento ai dati dell'anno scorso, quando a vedere la luce sono stati 379.890 neonati. (il Giornale)

Natalità, in Sicilia si fanno sempre meno figli e in età più avanzata

«Questo calo di natalità ha gravi conseguenze sull'equilibrio demografico, sul sistema pensionistico e sulla forza lavoro», commenta la professoressa Paola Piomboni, Presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU) guardando ai recenti dati diffusi dall’ISTAT. (Vanity Fair Italia)

Per fare un raffronto con province limitrofe: Mantova scende da 2.607 a 2.578 (-1,1%); Pavia da 3.337 a 3.251 (-2,6%); Lodi da 1.601 a 1.520, addirittura il 5% in meno. Il nostro territorio è quello che nel 2023 ha resistito meglio di tutti al fenomeno dell’inverno demografico registrando sette nati in più rispetto all’anno precedente: 2.232 contro 2.225, lo 0.3% in più. (CremonaOggi)

Istat: nel 2023 in Sicilia 1,3 nati per donna contro 1,5 del 1995. E il primo bambino arriva in media a 32 anni. La scelta è spesso legata alla precarietà lavorativa e alle difficoltà di mettere insieme lavoro e famiglia (Quotidiano di Sicilia)