Papa Leone XIV e la supplica profetica: l’8 maggio tra Pompei e Roma





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Redazione Interno
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L’elezione di papa Leone XIV, avvenuta l’8 maggio 2025, giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, ha assunto fin da subito i contorni di un evento carico di significato. Non è un caso che, nel suo primo discorso dalla loggia delle benedizioni, il nuovo pontefice abbia scelto di richiamare proprio quella data, definendola «una giornata di fede e speranza». «Maria cammina sempre in mezzo a noi», ha aggiunto, sottolineando così un legame che va oltre la coincidenza calendariale e che sembra riallacciarsi alla devozione mariana di papa Francesco.
Monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei, non ha nascosto l’emozione per quelle parole. «Pompei è in festa», ha dichiarato, mentre le campane della basilica risuonavano a distesa. «Nelle sue primissime parole, il Santo Padre ha avuto un pensiero per la Vergine Santa». Un passaggio che, per chi conosce la storia del santuario, non può essere liquidato come una semplice formalità. La Supplica, recitata ogni anno l’8 maggio e il 7 ottobre, rappresenta infatti un momento centrale nella spiritualità pompeiana, e il riferimento esplicito di Leone XIV ha rafforzato l’idea di una continuità spirituale tra la città campana e Roma.
Lo stesso pontefice, prima della benedizione Urbi et Orbi, ha invitato i fedeli a unirsi in preghiera. «Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione», ha detto, chiedendo di implorare «una grazia speciale» per la Chiesa e per la pace nel mondo. Un tono che, pur nella sua solennità, ha mantenuto una dimensione intima, quasi a ribadire il ruolo di Maria non come figura distante, ma come presenza costante.