Afghanistan, non cali il silenzio sulle donne

La Repubblica ESTERI

È passato un mese e mezzo dalla ritirata degli americani e degli altri Paesi occidentali.

Quella ritirata che ci ha fatto male al cuore, che ha lasciato soli e indifesi milioni di donne e anche di uomini.

Era il 15 agosto.

Quella ritirata frettolosa che ha fatto apparire di fronte al mondo così inaffidabili i proclami sull'universalità dei nostri valori di libertà e democrazia

Sono passati due mesi dalla presa di Kabul da parte dei talebani. (La Repubblica)

Ne parlano anche altri media

A due mesi esatti dalla caduta di Kabul, i Talebani cercano ancora il riconoscimento del loro governo e i soldi che non hanno. Guidata dal ministro degli Esteri del governo afghano a interim, il mawlawi Amir Khan Muttaqi, la delegazione dei Talebani ha incontrato esponenti del governo turco. (Il Manifesto)

@Croce Rossa Italiana. Nazila parla al presente quando, col capo coperto da un hijab blu, dice che nella sua città, Kabul, in Afghanistan, è un'insegnante. 1 / 9 Chevron Chevron Foto: Stefano Schirato Alcuni profughi ospitati al centro di Avezzano provano le scarpe ricevute in dono dalla Croce Rossa Italiana. (Vanity Fair Italia)

Ospite del festival 'State of Europe', Ghafari pone l'accento sulla necessità di aiutare chi, in Afghanistan, è rimasto. "Non riconoscere i Talebani non vuol dire non inviare in Afghanistan aiuti umanitari", spiega l'attivista che invita società civile e comunità internazionale a non concentrarsi solo sui rifugiati (Gazzetta di Parma)

Per soccombere a questa situazione sempre più genitori vendono le figlie a famiglie più abbienti, mentre i talebani chiedono soldi all'Europa in cambio dello stop dei flussi migratori. Questo è il quadro della situazione del paese che ha fatto l'inviato a Kabul Giordano Stabile su La Stampa. (InchiostrOnline)

Serata interessante, presso la Libreria Belgravia di Torino, in compagnia di Maria Morigi che ha presentato il suo “Afghanistan” con ferma pacatezza, evitando ogni implicazione politica o partito preso. (AgoraVox Italia)

La famiglia dell’uomo lo ha detto a NOS e varie fonti all’interno del governo olandese confermano di essere a conoscenza dell’omicidio. L’uomo non ha lavorato direttamente per i Paesi Bassi, ma per la missione di polizia europea EUPOL, a cui hanno partecipato i Paesi Bassi. (+31mag.nl)