Elon Musk e il sogno di un'Europa grande: tra sovranismi e sfide economiche

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Elon Musk, imprenditore visionario e figura di spicco nel panorama tecnologico globale, ha recentemente lanciato un messaggio che risuona come un appello politico: Make Europe Great Again (MEGA). Uno slogan che, non a caso, richiama quello coniato da Donald Trump, Make America Great Again (MAGA), e che sembra voler tracciare un ponte ideale tra le due sponde dell’Atlantico. Ma mentre il MAGA rappresenta una visione fortemente nazionalista e protezionista, il MEGA di Musk si propone come una chiamata all’azione per un’Europa che, secondo lui, ha smarrito la sua strada.

La proposta di Musk non arriva in un vuoto politico. Al contrario, si inserisce in un contesto europeo già segnato da tensioni e divisioni. In Germania, ad esempio, un tedesco su quattro si prepara a votare per un partito che nel suo programma chiede esplicitamente l’uscita di Berlino dall’Unione Europea. Un dato che riflette un malcontento diffuso, alimentato da anni di politiche considerate distanti dalle esigenze dei cittadini. Allo stesso modo, in Francia, il declino del macronismo e l’aumento del debito pubblico – che supera persino quello italiano – stanno creando un clima di incertezza e sfiducia.

Musk, con il suo MEGA, sembra voler capitalizzare su questo sentimento, aggregando forze sovraniste e nazionaliste che già operano nel Vecchio Continente. Il riferimento più immediato è al gruppo dei Patrioti a Strasburgo, che unisce partiti di destra come il Rassemblement National francese, la Lega di Matteo Salvini, l’Fpö austriaco e gli spagnoli di Vox. Un fronte eterogeneo, ma accomunato dalla critica alle istituzioni europee e dalla ricerca di una maggiore autonomia nazionale.

Tuttavia, la domanda che sorge spontanea è se il MEGA di Musk e il MAGA di Trump possano davvero coesistere. Dal punto di vista economico, le prospettive appaiono complesse. L’Europa, con il suo mercato unico e le sue regole condivise, rappresenta un modello diverso da quello statunitense, basato su un forte protezionismo e una politica estera assertiva. Mentre Trump punta a ridurre il ruolo degli Stati Uniti negli affari globali, Musk sembra voler spingere l’Europa verso una maggiore autonomia strategica, senza però rinunciare alla sua identità.

Non mancano, tuttavia, voci critiche. Come quella di Reguzzoni, ex presidente della provincia di Varese, che rivendica la paternità del termine MEGA, registrato come nome del quotidiano online dell’associazione I Repubblicani già all’inizio del 2024. Una coincidenza che dimostra come il tema del rilancio europeo sia già da tempo al centro del dibattito politico.

Anche tra gli europarlamentari c’è chi guarda con favore alle proposte di Musk. Roberto Vannacci, ad esempio, ha sottolineato la necessità di un cambio di approccio culturale, auspicando un’Europa che torni a essere un faro di civiltà e progresso, liberandosi dalle “derive ideologiche” che ne hanno minato l’identità.