Il dramma di Vialli: "Il cancro è un compagno di vita, spero che si stanchi di me"

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"Io con il cancro non ci sto facendo una battaglia perché non credo che sarei in grado di vincerla, è un avversario molto più forte di me.

Gianluca Vialli ha raccontato la sua dura esperienza contro il cancro a "Sogno Azzurro", la docu-serie di Rai1 sulla Nazionale impegnata tra pochi giorni agli Europei di calcio.

Vialli racconta la malattia: "Spero che il cancro si stanchi di me". Dal 2017 combatte contro un tumore al pancreas che ha affrontato con coraggio e sconfitto anche grazie all'aiuto della sua famiglia. (Today.it)

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Sono qui con i miei difetti, le paure e la voglia di far qualcosa di importante" "Si tratta di un compagno di viaggio indesiderato, ma devo andare avanti, viaggiare a testa bassa senza mollare mai, sperando che si stanchi e mi lasci vivere ancora per tanti anni. (Fantacalcio ®)

Lui è un compagno di viaggio indesiderato, ma devo andare avanti” – | VIDEO Gianluca Vialli, ritorna in Nazionale: dimagrito e (quasi) irriconoscibile, continua così la sua lotta contro la malattia – GUARDA LA MALATTIA - La sua è una battaglia lunga e difficile. (OGGI)

Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, ma devo andare avanti, viaggiare a testa bassa senza mollare mai, sperando che si stanchi e mi lasci vivere ancora per tanti anni. “Sono stato un giocatore e un uomo forte ma anche fragile e penso che qualcuno possa essersi riconosciuto. (IlNapolista)

Ma in sua difesa c’è un ex Roma. “Indossare la maglia azzurra e rappresentare l’Italia «credo sia un onere e un onore. (Solonotizie24)

Gianluca Vialli, ex attaccante tra le altre di Juventus e Sampdoria, ha fatto una serie di confessioni nella docuserie Rai Sogno Azzurro che segue il cammino della Nazionale Italiana verso l’Europeo. (Inews24)

Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano” A quattro anni dalla scoperta del tumore al pancreas, Gianluca Vialli è ripartito dalla Nazionale del suo amico Roberto Mancini che l’ha voluto nel suo team come capo delegazione. (Il Riformista)