Viva Las Vegas: “Elvis” di Baz Lurhmann

Elvis c’è sempre stato, Elvis ci sarà sempre.

No words in the vernacular can describe this great event che è “Elvis” di Baz Lurhmann, presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes.

Ci voleva Baz Lurhmann per ricordarci che grande spettacolo è il cinema: spectacular spectacular!

Elvis che fa scoprire il sesso alle ragazze degli anni’50, Elvis che vende amore e che, come ricorda il colonnello, può vendere anche odio. (Libertà)

Se ne è parlato anche su altri media

Elvis non registrò la canzone, ma si dice che l’abbia cantata a Priscilla quando si lasciarono Quindi ha aggiunto uno striscione GEEK proprio dietro Elvis, quando Parker lo sta guardando. (BadTaste.it Cinema)

Lo stesso che nel 2013 ha oltremodo ridisegnato il mito di Jay Gatsby, con ancora Leonardo DiCaprio, protagonista assoluto in un mix di ispirazioni e contaminazioni. Elvis non segnò solo la storia, ma la inseguì, e alla fine la sua energia e voglia di cambiamento ha conquistato l’eternità (Tiscali)

E se a vincere la Palma d’oro di Cannes 75 fosse l’ultimo film in concorso, come accadde nel 1999 per “Rosetta”, degli allora oscuri fratelli Dardenne? Fuori concorso e vero evento della pre-chiusura, il monumentale “Elvis” di Baz Luhrmann mantiene molto di più di quel che promette. (L'HuffPost)

La recensione di Elvis, il film di Baz Luhrmann in concorso a Cannes. C’è una e una sola forza in cui Baz Lurhmann crede: la forza del falso. Luhrmann si interessa al suo soggetto in quanto corpo mediatico che viene desiderato. (BadTaste.it Cinema)

Da evidenziare che, sempre fuori concorso, a Cannes è stato presentato in questi giorni un bel documentario su David Bowie intitolato «Moonage Daydream», che speriamo di vedere presto anche in Italia. Al centro c’è una giovane madre in difficoltà, che decide di abbandonare il proprio neonato in un facility box (Il Sole 24 ORE)

E così fa Luhrmann che scegli il punto di vista del colonnello Parker (un grande Tom Hanks), il leggendario agente di Presley. Ecco subito un salto indietro nel tempo, non l’infanzia di Elvis, ma a come i due si sono incontrati. (Esquire Italia)