Via libera del Parlamento europeo al piano di riarmo dell'Ue





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Il 12 marzo, alle ore 18, il Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo, con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astenuti, la risoluzione sul Libro bianco Ue sulla difesa, che include il piano ReArmEu proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Basato sull’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), il piano esclude l’Aula dall’iter decisionale, un meccanismo già utilizzato in precedenza per il Next Generation Eu. La risoluzione, sebbene non vincolante, rappresenta un segnale politico forte, invitando l’Ue ad agire con urgenza per «garantire la propria sicurezza» attraverso misure concrete e «sforzi realmente innovativi», paragonabili a quelli adottati in tempo di guerra.
Il voto ha messo in luce profonde divisioni tra i partiti italiani, con la maggioranza nazionale spaccata e il Partito Democratico (Pd) particolarmente frammentato. Mentre Fratelli d’Italia (FdI) e Forza Italia (FI) hanno sostenuto la risoluzione, la Lega si è distanziata, optando per una posizione autonoma. All’interno del Pd, la frattura è stata ancora più evidente: una parte significativa degli eurodeputati democratici ha scelto di astenersi, evidenziando una fronda interna che, seppur minoritaria rispetto al totale dei voti dei Socialisti europei, assume un peso specifico rilevante nel contesto del partito.
La risoluzione, che costituisce il contributo del Parlamento europeo al Libro bianco presentato da von der Leyen, non ha effetti giuridici diretti, ma rappresenta un passo significativo nel dibattito sul futuro della difesa europea. Il testo chiede ai 27 Stati membri di aumentare le spese militari, sottolineando la necessità di un’azione coordinata e immediata per affrontare le crescenti minacce alla sicurezza continentale.
Il voto di Strasburgo, oltre a segnare una tappa importante nel percorso verso un’Europa più autonoma dal punto di vista militare, ha rivelato le tensioni politiche interne ai partiti italiani, in particolare nel centrosinistra. La divisione nel Pd, con una pattuglia di astenuti che supera la metà dei suoi rappresentanti, riflette un malessere più profondo, che va oltre la semplice questione del riarmo e tocca temi come la coesione interna e la linea politica da seguire in ambito europeo.
Il piano ReArmEu, che punta a rafforzare le capacità militari dell’Ue, si inserisce in un contesto internazionale sempre più instabile, dove la sicurezza europea è diventata una priorità. Tuttavia, l’assenza di un obbligo giuridico lascia aperte molte domande sulla reale capacità dell’Unione di tradurre in azioni concrete le indicazioni del Parlamento.