Graziano Mesina, il bandito che amava il denaro ma non tradì mai

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INTERNO

L’elicottero, se guardi giù, ti mostra due facce della Sardegna. Da una parte la Costa Smeralda, con i suoi alberghi luccicanti, le piscine turchesi, le barche dei ricchi ormeggiate nei porticcioli. Dall’altra, le montagne aspre di Orgosolo, dove per decenni si è scritta la storia del banditismo sardo. E proprio qui, dove tutto era cominciato, tornerà per l’ultimo viaggio Graziano Mesina, la "primula rossa" del crimine isolano, morto sabato 12 aprile a 83 anni nel reparto di Oncologia del San Paolo di Milano.

La sua vita, costellata di rapimenti, evasioni e leggende, si è chiusa in un letto d’ospedale, poche ore dopo la scarcerazione concessa per le condizioni disperate. Un epilogo che ha lasciato strascichi amari, soprattutto tra i legali che da mesi si battevano per il suo rientro in Sardegna. Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi, le avvocate che lo assistevano, avevano presentato istanze su istanze per ottenere il differimento della pena, invocando un tumore ormai senza speranza. Ma la grazia, se così si può chiamare, è arrivata troppo tardi.

I funerali, confermati per martedì 16 aprile nella chiesa parrocchiale di Orgosolo, segneranno il ritorno di un simbolo. Mesina, che nel 1980 Enzo Biagi aveva descritto con parole crude sul Corriere della Sera, era diventato l’emblema di un’epoca in cui i banditi «amavano il denaro ma non tradiscono mai», come lui stesso amava ripetere. Una filosofia di vita che lo aveva portato a intrecciare rapporti persino con le ’ndrine calabresi, come dimostrano le indagini sul rapimento del ragioniere di Platì, un caso che svelò legami insospettabili tra criminalità organizzata e banditismo sardo.

Quella di Mesina non fu solo una carriera criminale, ma una vera e propria contro-storia. Nato nel 1940, a vent’anni era già ricercato, e nei decenni successivi le sue evasioni – alcune spettacolari, come quella dal carcere di Nuoro nel 1982 – alimentarono il mito del fuorilegge gentiluomo. Un’aura romantica che, però, non cancellò mai le ombre dei suoi delitti.