Omicidio Vannini, motivazioni sentenza: “Imputati non fecero nulla per evitare morte”

Sky Tg24 INTERNO

Nelle motivazioni di oltre sessanta pagine i giudici si concentrano sul comportamento del capofamiglia.

Una situazione che si "desume da molteplici circostanze: tutti gli imputati, dopo aver compreso l'accaduto, omisero di attivarsi per aiutare effettivamente Marco"

Per i giudici si tratta di un comportamento che ha provocato "uno stato di soggezione" nei componenti della sua famiglia.

I giudici avevano ratificato anche la condanna a 9 anni e 4 mesi ai figli di Ciontoli, Martina e Federico e alla moglie Maria Pezzillo. (Sky Tg24 )

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Ma la gravità della situazione era sotto gli occhi dei Ciontoli: Vannini invocava aiuto e si lamentava del dolore, " in modo talmente forte che le sue urla erano state distintamente avvertite dai vicini di casa e registrate nelle conversazioni telefoniche con gli operatori del 118 " Condannati anche la moglie e i due figli a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. (ilGiornale.it)

I giudici si concentrano sul comportamento del capofamiglia: Antonio Ciontoli, militare di Marina e successivamente ai Servizi segreti come distaccato, era il «detentore di armi da fuoco e autore dello sparo». (Open)

Lo stato di soggezione nel quale versavano i familiari - concludono i supremi giudici - si desume da molteplici circostanze: tutti gli imputati, dopo aver compreso l'accaduto, omisero di attivarsi per aiutare effettivamente Marco" (RomaToday)

Lo scrivono nero su bianco i giudici della Cassazione nelle 62 pagine delle motivazioni della sentenza di condanna della famiglia Ciontoli. “Ciontoli era ben consapevole di aver colpito Marco Vannini con un’arma da fuoco e della distanza minima dalla quale il colpo era stato esploso”, scrivono i giudici. (LE IENE)

Secondo la difesa, Menniti «ancorché sindaco e come tale datore di lavoro non era affatto a conoscenza dell’ordine di servizio affisso nella casa comunale, il quale elencava le attività lavorative da svolgere con conseguenti nomi dei lavoratori adibiti alle stesse, firmato dall’allora Responsabile dell’ufficio dei servizi del Personale, il signor Giuseppe Mastroianni. (Corriere della Calabria)

[email protected]. gus Altri Comuni si trovano nella stessa situazione e questa sentenza potrà dare forza ai sindaci per continuare nella loro battaglia per la chiusura dei luoghi di culto abusivi. (MI-LORENTEGGIO.COM.)