Cosa sta succedendo sui mercati dopo i dazi di Trump e il riarmo europeo

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ESTERI

Gli ultimi giorni hanno segnato un’accelerazione negli eventi internazionali, con sviluppi che stanno ridisegnando gli equilibri economici e politici tra Stati Uniti e Unione europea. La decisione dell’amministrazione Trump di imporre dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, entrata in vigore il 12 marzo, ha scatenato una reazione a catena. L’Ue, dopo settimane di tensioni, ha risposto con contromisure che colpiscono beni statunitensi per un valore di 26 miliardi di euro, annunciando un aumento delle tariffe che scatterà a inizio aprile e potrebbe estendersi ulteriormente dal 13 aprile.

Il piano di riarmo europeo, sostenuto dalla Commissione e ora anche dal Parlamento Ue, si inserisce in un contesto già teso, dove la guerra commerciale rischia di trasformarsi in un conflitto più ampio. L’obiettivo di Trump, che sembra voler dividere il fronte europeo, non sta però dando i risultati sperati. Nonostante i tentativi della Casa Bianca di avviare negoziati separati con alcuni Paesi, tra cui l’Italia, il principio di unità sembra prevalere, almeno per il momento.

Le conseguenze economiche di questa escalation sono già tangibili. Il made in Italy, con settori come l’agroalimentare, la moda e i prodotti di lusso, è tra i più esposti. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha sottolineato i rischi per l’economia italiana durante il question time alla Camera, evidenziando come i dazi possano danneggiare non solo l’Europa ma anche il commercio globale, con effetti a catena difficili da prevedere.

L’impatto sui mercati è stato immediato, con fluttuazioni che riflettono l’incertezza degli investitori. L’Oil&Gas statunitense, ad esempio, potrebbe subire un contraccolpo significativo: l’alta dipendenza dagli acciai speciali importati, necessari per l’estrazione e la lavorazione di petrolio e gas, rischia di far lievitare i costi, minando uno dei settori chiave per l’economia americana.

Mentre l’Ue cerca di mantenere coesione interna, la strategia di Trump appare sempre più come un’arma a doppio taglio. La “battaglia finanziaria” da lui dichiarata rischia di danneggiare non solo i rivali ma anche gli stessi Stati Uniti, in un gioco di ritorsioni che potrebbe prolungarsi a lungo.