Scuola, l’indagine di Save the Children sui 13enni mostra quanto è ampia la povertà digitale

Il Fatto Quotidiano INTERNO

35,6% diploma di scuola superiore o qualifica professionale, il 16% licenza elementare, il 13,9% laureati, gli analfabeti al 4,6%).

Infatti il 67% dei tredicenni attribuisce un valore positivo agli strumenti digitali per conoscere cose nuove e sviluppare passioni e interessi anche extrascolastici

I dati testimoniano l’ampiezza della povertà digitale perfino fra i giovanissimi col cellulare sempre in mano. (Il Fatto Quotidiano)

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Non possiamo permettere che questo accada e per invertire la rotta è necessario partire dal sistema educativo e dalle diseguaglianze che contribuisce a generare”, afferma, Direttrice Generale di Save the Children. (Il Friuli)

Il Rapporto “Riscriviamo il Futuro - una rilevazione sulla povertà educativa digitale” è disponibile qui: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/una-rilevazione-sulla-poverta-educativa-digitale Abbiate il coraggio di aprirvi al nostro punto di vista, per vedere sia le nostre capacità che le nostre difficoltà e fragilità. (Rai News)

Il dato è in crescita da dieci anni, ma la pandemia di Covid ha causato un'accelerazione impressionante. A raccogliere i dati è un'indagine di Save the Children, che rileva come la maggior parte dei bambini in condizioni di povertà assoluta ha visto i genitori perdere il lavoro durante lo scorso anno (Fanpage.it)

Il 46,1% dei ragazzi intervistati, infatti, non è in grado di riconoscere una fake news che sui temi di attualità Nonostante la pandemia li abbia costretti a munirsi di strumenti per seguire le lezioni a distanza, il 29,3% dei ragazzi non è in grado di scaricare un file dalla piattaforma scolastica. (Il Fatto Quotidiano)

Si pone quindi oggi il problema di comprendere un fenomeno nuovo, quello della povertà educativa digitale Scarica la pubblicazione riscriviamo-il-futuro-una-rilevazione-sulla-poverta-educativa-digitale. (Save the Children Italia)

Oggi, che il Paese ha avviato la strada per l'uscita dalla crisi sanitaria ma non ancora dalla pandemia sociale che ha coinvolto anche loro in maniera pesante, i ragazzi rivendicano un ruolo centrale e fanno proposte concrete per riappropriarsi di una dimensione educativa che riparta da quanto accaduto nell'ultimo anno e ne faccia il punto di partenza per la trasformazione della loro dimensione educativa». (ilmessaggero.it)