Il Pd esplode, iniziano i cannoneggiamenti contro Schlein e spunta l'idea di un congresso. L'ombra di Gentiloni

Articolo Precedente
Articolo Successivo
Caporetto Pd il giorno dopo. Il voto a Strasburgo su Rearm Europe consegna all'Italia un Pd frantumato e una segretaria, Elly Schlein, di fatto sfiduciata dai suoi. Al Nazareno siamo ormai oltre l'allarme rosso, visto il caos su una materia cruciale come la politica estera e il futuro dell'Unione europea e (Secolo d'Italia)
La notizia riportata su altre testate
Un confronto «sicuramente sarebbe stato utile», ha dichiarato Alfieri a Ping Pong, su Radio1. «Serviva confrontarsi» (malpensa24.it)
Il Pd si spacca sulle armi e Schlein conserva la maggioranza del gruppo europeo solo per un voto grazie agli indipendenti, rifugiandosi nell’astensione. Anche Bonaccini rompe le righe e dopo due anni salta la tregua dem. (il manifesto)
«All’Europa serve la difesa comune, non la corsa al riarmo dei singoli Stati. È e resta questa la posizione del Pd. (Il Sole 24 ORE)

Un voto pesantissimo per il Pd a Strasburgo, la spaccatura nel gruppo europeo sul progetto di riarmo proposto da von der Leyen è netta. Schlein conferma la sua posizione critica, pur mitigata in un’astensione che però non serve a tenere unito il partito; la situazione interna è molto complicata. (il manifesto)
Per cogliere la portata di un simile passo bisogna guardare all’intera parabola del Pd, dalla sua fondazione nel 2008 a oggi. (Il Dubbio)
Eccola, la nuova vecchia linea politica del partito: usare gli eventi del mondo per logorare la segreteria di turno Persino il presidente del partito, Stefano Bonaccini, per la prima volta si schiera contro la linea ufficiale e rompe quello che finora era sembrato un patto di non belligeranza con Elly Schlein (left)