Acca Larentia, perché i vertici di Fratelli d’Italia continuano a essere vicini ai neofascisti
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A cura di Valerio Renzi Questa mattina si sono recati tanti, giovani e meno giovani, di fronte la storica sede di Acca Larentia, per ricordare le vittime della strage che qui si è consumata il 7 gennaio 1978. La delegazione di Fratelli d'Italia era guidata da alcuni degli esponenti più in vista del partito di Giorgia Meloni nella capitale. C'era ovviamente Fabio Rampelli, il punto di riferimento dei cosiddetti Gabbiani, l'area politica che fa riferimento al vicepresidente della Camera che qui fa da maestro di cerimonie. (Fanpage.it)
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Dalla strage di Acca Larentia a oggi, la commemorazione di tre 3 giovani del Fronte della Gioventù uccisi tra il 7 e l'8 gennaio 1978, è diventata un appuntamento fisso per l'estrema destra italiana - con tanto di saluto fascista e sfilata di teste rasate -, ma anche per Fratelli d'Italia (la Repubblica)
"Invece di arrestare i manifestanti per apologia di fascismo identificano chi si appella alla Costituzione", ha poi spiegato. Il contestatore è stato poi identificato dalle forze dell'ordine. (Repubblica Roma)
Atteggiamenti folkloristici non mi riguardano. Le polemiche senza una parola dedicata al ricordo la trovo una cosa brutta. (Tiscali Notizie)
"Questa è una tragedia che si è consumata negli anni '70 e che merita il rispetto di tutti". Così il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, in occasione della commemorazione istituzionale organizzata in ricordo della strage di Acca Larentia (Il Sole 24 ORE)
Uccisi i primi due da un commando dell’estrema sinistra, il terzo da un agente delle forze dell’ordine. Giornalisti ovunque, decine di telecamere, operatori, inviati, fotografi fin dalle 8,30 di mattina a Roma ad Acca Larenzia di fronte alla storica sede del Msi. (Secolo d'Italia)
"Le polemiche ogni anno sono vergognose. Qui parliamo di un giorno in cui c'erano che giorni che furono trattati come carne da macello e che ancora non trovano verita'. Le polemiche senza una parola dedicata al ricordo la trovo una cosa brutta. (La Stampa)