Birmania: centinaia di migliaia di manifestanti in piazza

La Gazzetta del Mezzogiorno ESTERI

Una folla enorme sta marciando nelle strade di Rangoon in prossimità della pagoda di Sule, mentre nella capitale Naypyidaw un corte - scrive la Bbc, è stato disperso con gli idranti montati su mezzi blindati

Oggi molti servizi sono alla paralisi per l'annunciato sciopero generale, che si innesta sulla strisciante campagna di disobbedienza civile, che va avanti ormai da oltre due settimane.

ono diventati centinaia di migliaia i manifestanti scesi oggi in piazza in Birmania, in quella che la Bbc definisce una delle più grandi marce recenti contro il golpe militare, sfidando la minaccia dei militari ai dimostranti che avrebbero "rischiato la vita". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Su altri giornali

"I manifestanti stanno esortando le persone, soprattutto gli adolescenti e i giovani, a intraprendere un percorso del confronto, in cui perderanno la vita", ha spiegato la giunta militare La giunta militare ha inasprito i toni dopo un weekend di sanguinose violenze, avvertendo i manifestanti che "rischiano la. (Il Sole 24 ORE)

Duro l’avvertimento della giunta militare sul canale pubblico MRTV: “I manifestanti stanno esortando le persone a intraprendere un percorso in cui perderanno la vita”. Proseguono le proteste in Myanmar. (LumsaNews)

I manifestanti sono particolarmente numerosi a Rangoon (Yangon), la principale città del Paese, ma sono migliaia anche a Naypyidaw, la capitale, molti dei quali in motocicletta. ecine di migliaia di persone sono scese in piazza stamani in varie città della Birmania per protestare contro il colpo di stato, sfidando la minaccia dei militari di usare 'forza letale' per reprimere ciò che definiscono come 'anarchia'. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il G7 si dichiara “a fianco del popolo del Myanmar nella loro richiesta di democrazia e libertà”. “L’Indonesia – ha detto Retno oggi – è preoccupata per la situazione e sostiene il popolo del Myanmar”. (AsiaNews)

Myanmar: Save the Children, scioccante l’uccisione di un minore durante le proteste nel Paese. La scioccante uccisione di un ragazzo di meno di 18 anni a Mandalay, in Myanmar, avvenuta sabato scorso conferma i peggiori timori riguardo alla sicurezza dei minori durante le manifestazioni. (La Valle Dei Templi)

I generali e le violazioni dei diritti umani. Non finisce qui, naturalmente. I generali “hanno tratto vantaggio dall’allentamento delle sanzioni economiche imposte negli anni Novanta e dall’inizio degli investimenti stranieri nel Paese”. (Altreconomia)