Mutilazioni genitali per 80mila donne in Italia. Iss-Cattolica: “Serve più formazione per gli operatori sanitari”

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Quotidiano Sanità INTERNO

Mutilazioni genitali per 80mila donne in Italia. Iss-Cattolica: “Serve più formazione per gli operatori sanitari” Studio presentato oggi durante un evento organizzato dall’Iss e dall’Università Cattolica di Roma in vista della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili del 6 febbraio. Su oltre coinvolto oltre 300 medici, oltre la metà pensa che questi interventi siano effettuate per motivi religiosi, ma è falso. (Quotidiano Sanità)

Ne parlano anche altri media

La Cisl, in collaborazione con l’Associazione Anolf, ribadisce con determinazione il proprio impegno nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica che costituisce una grave violazione dei diritti umani di donne e bambine, oltre a rappresentare un serio rischio per la loro salute e il loro benessere. (CISL)

“Mi ricordo Leyla, una ragazza nigeriana, era stata infibulata a 11 anni, quando è venuta da me aveva molte cicatrici, dolori, non riusciva a stare seduta”, racconta a Fanpage.it Massimiliano Brambilla, chirurgo plastico che da anni opera donne a cui sono stati asportati gli organi genitali esterni. (Fanpage.it)

Si celebra oggi la giornata contro le mutilazioni genitali femminili, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica su una pratica che viola i diritti umani delle donne in tutto il mondo. (Vita)

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Secondo l’UNICEF sono più di 230 milioni le ragazze e le donne che hanno subito una forma di MGF, quattro milioni quelle che rischiano di esservi sottoposte entro i 15 anni di età. Sono 90 i Paesi del mondo che le infliggono. (Sky Tg24 )

Questi sforzi potrebbero minare gravemente i diritti, la salute e la dignità delle future generazioni di ragazze e donne, mettendo a repentaglio l'instancabile lavoro svolto per decenni per cambiare gli atteggiamenti e mobilitare le comunità. (UNICEF Italia)

Queste storie erano il riflesso di una società in cui le bambine e le donne non potevano esprimere sé stesse, esplorare le proprie potenzialità o essere abbastanza indipendenti da prendere decisioni sulla propria vita e sul proprio futuro. (UNICEF Italia)