Poliziotti con mani e piedi fratturati: la violenza degli ultras laziali a Ponte Milvio
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Un episodio di violenza inaudita ha segnato la serata di ieri nel cuore di Roma, dove un gruppo di poliziotti del Reparto Mobile è stato aggredito da migliaia di tifosi della Lazio. Tra bastoni, bombe carta e sassi, gli agenti – in netta inferiorità numerica – hanno subito fratture a mani e piedi, lasciando un bilancio di otto feriti. Quello che doveva essere un servizio di ordine pubblico si è trasformato in un vero e proprio assalto, organizzato da una massa di circa 4.500 ultras, che hanno colpito senza esitazione chi indossava la divisa.
La contraddizione è lampante: gli stessi che inneggiano a valori come "pace" e "dignità" hanno poi scatenato una furia cieca contro uomini e donne incaricati di garantire la sicurezza. Un paradosso che, come sottolineano fonti interne alle forze dell’ordine, riflette un clima sempre più deteriorato, in cui il rispetto per le istituzioni sembra svanito. «Ci hanno massacrato», ha raccontato uno degli agenti coinvolti, mentre altri colleghi venivano trasportati in ospedale.
La situazione non è isolata. A Milano, durante una manifestazione contro la guerra a Gaza, altri scontri hanno visto protagonisti manifestanti violenti e poliziotti, con danni e aggressioni. A Torino, invece, è stato un rave abusivo a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Dinanzi a questa escalation, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato un giro di vite: «Si susseguono attacchi vergognosi da parte di delinquenti», ha scritto sui social, senza però specificare quali misure concrete verranno adottate.
Intanto, il sindacato di Polizia torna a chiedere che le partite a rischio – come i derby – si disputino a porte chiuse e in campo neutro. «Quella di ieri era una partita con un elevato pericolo di incidenti, eppure si è ripetuta la solita scena: agenti feriti, danni, caos», ha dichiarato un rappresentante. Una richiesta che, nonostante le ripetute proteste, finora non ha trovato ascolto.
