Il caso della Taverna Santa Chiara a Napoli: ristoranti, non camere dell'eco

Articolo Precedente
Articolo Successivo
Nella vicenda che ha coinvolto due turisti israeliani e la ristoratrice di Santa Chiara, finita con una denuncia per antisemitismo dei primi ai danni della seconda, c’è un aspetto apparentemente secondario che merita attenzione. Apparentemente appunto. Perché ciò che accade nei luoghi pubblici non riguarda soltanto il rapporto tra cliente e gestore, ma riflette il modo in cui si costruisce - o si frantuma - lo spazio del confronto democratico. (Corriere Del Mezzogiorno)
La notizia riportata su altri giornali
Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi commenta il caso dei turisti israeliani che sarebbero stati allontanati da un ristorante nel capoluogo partenopeo dopo una discussione. “Oggi incontrerò la ristoratrice, mi racconterà cosa realmente è successo, è importante sentire le voci di tutti. (lapresse.it)
Sono migliaia i cittadini napoletani che riempiono l'emiciclo di piazza Municipio aprendo di fatto la prima crisi politica del sindaco di centrosinistra Gaetano Manfredi, alcuni cartelli ne chiedono le dimissioni perché un suo assessore, Teresa Armato, in compagnia del presidente onorario della Associazione Italia Israele (giornalista) nella immediatezza dei noti fatti della Taverna Santa Chiara, ha offerto caffé e sfogliatelle ai signori Moses, Geulah e Raul, protagonisti della video lite che ha aperto un linciaggio mediatico con mail bombing da parte di haters e trolls pro Israele non solo nei confronti della titolare del ristorante Nives Monda, che denuncia di non dormire da giorni, ma della città tutta. (Corriere Del Mezzogiorno)
«Amiche e amici. Purtroppo, oggi dobbiamo usare i nostri profili per raccontare anche l’altra parte della storia: quella dell’odio». (Corriere Del Mezzogiorno)

Al netto di qualche minuscolo taglio, che non apporta modifiche al senso del discorso, di seguito la trascrizione di quanto Manfredi ha sentito di dire stamattina, dopo quattro giorni dalle vicende della Taverna Santa Chiara e dopo un lungo e affollato presidio, ieri sera, sotto la sua casa istituzionale. (L'Unità)
Titolo: «La locanda di Napoli e i confini della libertà». Nel pezzo viene raccontato che «Napoli da qualche giorno ha dimostrato di essere uno dei tanti fronti di questa guerra che è mediatica, culturale, di informazione, etica ed è anche una guerra alla memoria». (Corriere Del Mezzogiorno)
È inaccettabile la posizione del sindaco, in una fase storica poi in cui il governo d’Israele ha deciso di deportare tutti i palestinesi con un’occupazione militare via terra senza precedenti (Il Fatto Quotidiano)