Meta cambia per offrire un'Intelligenza Artificiale migliore agli europei

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Meta AI annuncia cambiamenti di una cerca rilevanza. Ma andiamo per ordine. Si tratta di un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale che dialoga con gli utenti attraverso semplici messaggi, risponde a domande pratiche, aiuta nella creazione di contenuti e rende più semplici molte attività quotidiane. Non è necessario cioè installare app aggiuntive per usare quest’AI, è disponibile gratuitamente all’interno delle app più utilizzate della galassia Meta, e quindi Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. (RaiNews)
Se ne è parlato anche su altre testate
MATER IA. Un dialogo fluido tra design, arte visiva e nuove tecnologie nello spazio Caradosso (Il Giornale d'Italia)
Meta ha annunciato l'inizio dell'utilizzo dei contenuti pubblici condivisi dagli utenti europei per l'addestramento dei propri modelli di intelligenza artificiale generativa. (HDblog.it)
Pubblicità Grazie all’accordo raggiunto a dicembre con l’European Data Protection Board EDPB, ora per addestrare i suoi modelli di Intelligenza Artificiale AI Meta può iniziare a impiegare i dati pubblici degli utenti UE di Facebook, Instagram e Messenger con la notevole eccezione di WhatsApp (macitynet.it)

Ma a rendere unico l’evento è stato l’uso inedito dell’Intelligenza Artificiale. Protagonista è Veronica Nicoletti, classe 1998, originaria di Arpino, che ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Pedagogiche con il massimo dei voti: 110 e lode. (Frosinone News)
Dopo lo stop dello scorso anno, Meta inzierà presto ad addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale in Europa sulla base dei post e dei commenti pubblici degli utenti maggiorenni. L'obiettivo è insegnare all'IA a «comprendere e riflettere meglio culture, lingue e storie» per «consentire di supportare meglio milioni di persone e aziende in Europa», sottolinea la società di Mark Zuckerberg. (L'Unione Sarda.it)
Zuckerberg dichiara che l’obiettivo è creare modelli “più europei”, capaci di comprendere meglio lingue, riferimenti culturali e sensibilità locali, e ci sta. È un bene? È un male? Probabilmente è inevitabile, e credo che sia tanto un bene quanto un male, ci arrivo tra poco. (il Giornale)