Giovani italiani all'estero, un esodo che impoverisce il Paese

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INTERNO

Negli ultimi tredici anni, l'Italia ha assistito a un fenomeno preoccupante: l'emigrazione di circa 550 mila giovani tra i 18 e i 34 anni, un numero che equivale alla popolazione di Genova e rappresenta quasi la metà degli abitanti di Milano. Questo esodo, documentato nel rapporto "I giovani e la scelta di trasferirsi all'estero" della Fondazione Nord Est, ha comportato una perdita stimata di 134 miliardi di euro per l'economia nazionale, una cifra che potrebbe triplicarsi se si considerano le sottovalutazioni dei dati ufficiali.

Il rapporto evidenzia come, tra il 2011 e il 2023, il numero di giovani italiani che hanno scelto di emigrare all'estero sia stato ridotto a 377 mila, considerando i rientri. Tuttavia, il bilancio rimane negativo: per ogni giovane europeo che arriva in Italia, otto italiani vanno all'estero, posizionando il nostro Paese all'ultimo posto in Europa per attrazione di giovani talenti.

Questo fenomeno, definito come una nuova emigrazione italiana, è simile per dimensioni a quelle avvenute in passato, ma differisce per i luoghi d'origine e la tipologia delle persone coinvolte. Mentre in passato l'emigrazione riguardava principalmente le classi meno abbienti, oggi sono i giovani istruiti e qualificati a lasciare il Paese in cerca di migliori opportunità lavorative e di vita.

La perdita di capitale umano non è solo una questione economica, ma anche sociale e culturale. I giovani che emigrano portano con sé competenze, conoscenze e innovazioni che potrebbero contribuire allo sviluppo del Paese.