Gli alpini, da sentinelle delle Alpi a simbolo di unità: Biella si prepara all'adunata

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Quando, nel 1872, il Regio Esercito decise di affidare la difesa dei confini montani a reclute locali, pochi avrebbero scommesso sul successo di quell’esperimento. "L'idea fu quella di reclutare gente di montagna, che conosceva quei luoghi e aveva un carattere resistente", osserva il capitano Enrico Di Marco, della Brigata Alpina Taurinense. Quella scelta, all’epoca considerata un azzardo, si rivelò invece una svolta: nacque così il corpo degli Alpini, destinato a diventare non solo un’eccellenza militare ma anche un pezzo fondamentale dell’identità italiana.

A distanza di oltre un secolo, quell’eredità si rinnova ogni anno con l’adunata nazionale, evento che unisce memoria, tradizione e impatto economico. Domani, Biella alzerà il sipario sulla 96esima edizione, accogliendo migliaia di penne nere dopo il passaggio di testimone da Vicenza, che nel 2023 aveva ospitato la kermesse con oltre 15 mila partecipanti solo dal territorio berico. Se l’avvio ufficiale è previsto per venerdì 9 maggio, già oggi la città piemontese vive di riflesso l’atmosfera dell’evento, con appuntamenti collaterali come l’incontro alle 17.00 nella Sala conferenze di Palazzo Gromo Losa, al Piazzo.

Quello dell’adunata è un fenomeno che trascende la dimensione celebrativa, lasciando un segno tangibile sui territori. Secondo uno studio condotto dall’Università di Udine in occasione dell’edizione 2023, l’indotto economico può sfiorare i settanta milioni di euro, cifra che spiega l’interesse delle amministrazioni locali. Numeri che, seppur preliminari, confermano come la manifestazione sia un volano per piccole e medie realtà, capaci di attrarre visitatori e generare ricadute su alloggi, ristorazione e commercio.