Inzaghi e l’Inter, un dominio senza pause: 16 minuti di svantaggio in 14 partite





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Simone Inzaghi, raggiante ma con quella consueta compostezza che lo contraddistingue, non ha nascosto l’emozione dopo la qualificazione dell’Inter alla finale di Champions League. «Un’altalena di emozioni incredibili in questi 130 minuti», ha confessato ai microfoni della Rai, sottolineando come i cambi abbiano fatto la differenza in una partita «così lunga», dove «le energie fresche ci hanno dato una grande mano». Quello che però colpisce, più delle sue parole – sempre misurate, mai sopra le righe –, è il dato che racconta la stagione europea dei nerazzurri: soltanto 16 minuti in svantaggio in 14 partite, un primato che nessun altro club può vantare in questa edizione del torneo.
Se si escludono i recuperi, l’Inter – nonostante un calendario fitto, con più impegni di quasi tutte le altre squadre in Europa – ha subito il gol avversario per appena 10 minuti netti fino alle semifinali. Un dettaglio che diventa sostanza quando si guarda ai singoli match: 6 minuti a San Siro contro il Barcellona, prima del pareggio di Acerbi; altri 6 nel ritorno contro il Bayern; 4 a Leverkusen, nell’unica sconfitta. In 1260 minuti di gioco effettivo, una superiorità tattica e caratteriale che spiega il cammino verso Monaco meglio di qualsiasi analisi.
Lo stesso Inzaghi, del resto, è l’emblema di questa Inter: stratega meticoloso e condottiero nervoso ai bordi del campo, come dimostra il video pubblicato dal club sui social, dove si vede il tecnico «completamente tarantolato» negli ultimi istanti di Inter-Barcellona. Quella «Inzaghi Cam», diventata ormai un cult per i tifosi, racconta più di mille parole: la tensione, la concentrazione, la voglia di non mollare neanche un secondo.