Nel Tigray, piegato dalla carestia, si combatte a colpi di grano e vacche

L'HuffPost ESTERI

Quei dialoghi di pace prevedono delle concessioni territoriali fatte sia alla regione di Amhara, a sud del Tigray, sia all’Eritrea stessa.

Il malcontento della leadership del Tigray monta fino a sfociare in un’escalation di violenza che culmina nella guerra.

Pochi giorni fa Tommaso Santo, responsabile dell’intervento di emergenza nel Tigray, ha raccontato nel corso di un media briefing della devastazione provocata dall’esercito etiope. (L'HuffPost)

Su altre testate

L’attenzione dei “grandi” è rivolta ad altro (dal G7 al vertice Nato, al bilaterale Biden-Putin), nessuno vuole percorrere opzioni militari e il governo etiope è un partner fondamentale nel Corno d’Africa Il mondo resta a guardare. (ISPI)

Senza l'accesso umanitario per aumentare la nostra risposta, si stima che 33 mila bambini gravemente malnutriti nelle aree attualmente inaccessibili del Tigray sono ad alto rischio di morte La capacità della gente del Tigray di accedere a servizi vitali e del Wfp di raggiungere queste persone con assistenza alimentare è essenziale per evitare una catastrofe. (La Repubblica)

Dei 150 massacri documentati in questi mesi, la maggioranza è imputabile al fronte governativo, con le forze eritree e le milizie di etnia Amara E non lo dicono i nemici del governo di Addis Abeba (che pure nega l'emergenza: «Il cibo in Tigray non manca») ma 18 agenzie e organismi internazionali dentro e fuori l'Onu. (Corriere della Sera)

Nessuna carenza di cibo, dice Mituku Kassa, responsabile del piano anti-disastri. L’hanno raccontato in un briefing con giornalisti italiani (dove era presente il Corriere) due operatori di Medici Senza Frontiere appena rientrati dopo mesi in missione. (Corriere della Sera)

Ma nell’arsenale delle persecuzioni ideate dai mangiapopoli c’è un altro utilizzo ancor più subdolo e criminale: rendere la fame il metodo più efficace, silenzioso e economico per annientare una etnia, un popolo, un gruppo che disturba, si ribella, che deve pagare una pena definitiva e di massa. (La Stampa)

Secondo l’ultimo rapporto Ipc (Integrated phase classification), pubblicato ieri, sulla sicurezza alimentare 350 mila persone soffrono già la fame e rischiano la vita, mentre 4 milioni sono in situazione grave, su una popolazione di poco più di 5,5 milioni di abitanti. (Vatican News)