Aggressioni al personale sanitario: un fenomeno in crescita

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INTERNO

Negli ultimi anni, il fenomeno delle aggressioni ai danni del personale sanitario ha assunto dimensioni allarmanti, con un incremento del 37% solo nell’ultimo anno. Gli infermieri, in particolare, risultano essere le prime vittime di questi episodi, spesso esposti a situazioni di tensione che sfociano in atti di violenza fisica o verbale. A confermare questa tendenza sono i dati emersi in occasione della giornata nazionale di prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, celebrata il 12 marzo, durante la quale si è tenuto un evento formativo e di confronto presso la sala Peccati-Crispolti di palazzo del Broletto a Perugia.

All’incontro, organizzato dalla Regione e a cui hanno partecipato oltre 130 persone tra rappresentanti delle aziende sanitarie, ospedaliere e della consulta delle professioni sanitarie, è emerso un quadro preoccupante. Non solo medici e infermieri, ma anche i veterinari, spesso dimenticati nel dibattito pubblico, subiscono minacce e aggressioni. Che si tratti di dipendenti pubblici o liberi professionisti, i “camici bianchi degli animali” sono sempre più esposti a rischi, vittime di chi non accetta le loro diagnosi o ritiene di non aver ricevuto le giuste attenzioni.

La protesta contro questa escalation di violenza ha trovato voce anche a Torino, dove un flash mob organizzato alle Molinette ha riunito medici e infermieri. Radunatisi nel cortile dell’ospedale, alcuni di loro hanno simbolicamente dipinto sul viso una ferita, un gesto forte per denunciare le condizioni in cui sono costretti a operare. All’evento ha partecipato anche il commissario della Città della Salute, Thomas Schael, sottolineando l’importanza di un impegno condiviso per contrastare il fenomeno.

I numeri, del resto, parlano chiaro. Secondo il Rapporto Fnomceo-Censis, presentato a Foggia, nel 2023 sono stati registrati oltre 18mila casi di aggressioni ai danni del personale sanitario, con il 69% degli episodi che vede il paziente come autore delle violenze. Un dato che conferma come il problema sia ormai strutturale, soprattutto nei Pronto Soccorso, dove il 98% dei medici ha subito almeno un’aggressione nel corso della propria carriera, e più della metà di questi episodi ha avuto carattere fisico.

Tra i casi più eclatanti, spicca quello avvenuto lo scorso 4 settembre al Policlinico Riuniti di Foggia, dove una cinquantina di parenti e amici di una giovane deceduta dopo un incidente in monopattino hanno aggredito il personale medico. Un episodio che ha riacceso il dibattito sulla necessità di introdurre nuove norme e tutele per chi lavora in ambito sanitario, un settore già messo a dura prova da anni di tagli e difficoltà organizzative.